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    Trump manda l’esercito al confine con il Messico

    Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Credit: AFP PHOTO / Olivier Douliery

    La mossa del presidente per garantire la sicurezza della frontiera in attesa del muro tra i due paesi

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 4 Apr. 2018 alle 09:57 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:17

    Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato il 3 aprile 2018 che invierà l’esercito al confine con il Messico per garantire la sicurezza della frontiera finché non sarà costruito un muro tra i due stati.

    “Agiremo a livello militare. Fino a quando non avremo un muro e una sicurezza adeguata, proteggeremo il nostro confine con l’esercito”, ha detto Trump parlando con i giornalisti, definendo la mossa un “grande passo”.

    Il presidente ha riferito di aver discusso l’idea con il segretario alla Difesa Jim Mattis.

     

    Entrambi i suoi predecessori alla Casa Bianca, George W. Bush e Barack Obama, avevano schierato anche le truppe della Guardia Nazionale per proteggere il confine degli Stati Uniti.

    Obama aveva inviato circa 1.200 soldati, mentre Bush dispiegò circa 6mila uomini per supportare la pattuglia di confine in quella che fu chiamata operazione “Jump Start”.

    Prima di annunciare l’invio dell’esercito al confine Trump aveva parlato dell’immigrazione dal sud in un post su Twitter: “La grande carovana di persone dell’Honduras che sta attraversando il Messico e si dirige verso il nostro confine  farebbe meglio a fermarsi”, ha scritto il presidente, minacciando di tagliare i finanziamenti degli Usa al Nafta, l’accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Canada e Messico.

    La portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, riferisce che, oltre a mobilitare l’esercito, Trump e alti funzionari “hanno concordato sulla necessità di esercitare pressioni sul Congresso affinché approvi urgentemente la legislazione per chiudere le scappatoie legali sfruttate dal traffico criminale, dalle organizzazioni di narcotraffico e contrabbando”.

    Quanto al progetto di erigere un muro tra Stati Uniti e Messico, l’iter burocratico è in fase di stallo.

    Trump il mese scorso ha firmato a malincuore un decreto di spesa di 1,6 miliardi di dollari per la costruzione della barriera, cifra ben lontana dai 25 miliardi preventivati a causa di vincoli sul finanziamenti imposti dal Congresso.

    La maggior parte dei fondi potrà essere utilizzata solo per riparare i tratti del confine in cui c’è già un muro, non per costruirne nuovi segmenti.

    Il mese scorso il Pentagono ha confermato che Trump aveva tenuto colloqui “iniziali” con il segretario alla Difesa Mattis sull’uso di parte del budget per la costruzione di un muro.

    Ma due senatori democratici hanno scritto a Mattis sottolineando che il suo dipartimento non aveva “nessuna autorità legale” per usare i suoi fondi per uno scopo del genere.

    Leggi anche Il ricatto di Trump: il muro in Messico in cambio della cittadinanza statunitense a 1.8 milioni di immigrati
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