Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Usa, la dichiarazione dei redditi di Trump: nel primo anno da presidente ha pagato più tasse all’estero

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 30 Dic. 2022 alle 20:49

    Dopo una battaglia legale durata anni, la Camera americana ha pubblicato le dichiarazioni dei redditi di Donald Trump, nonostante l’ex presidente abbia fatto di tutto per evitarne la diffusione: dai rendiconti emerge che il tycoon nel suo primo anno alla Casa Bianca ha pagato più tasse all’estero che negli Stati Uniti, e che ha avuto diversi conti correnti bancari al di fuori del territorio nazionale tra il 2015 e il 2020, incluso uno in Cina, per due anni, tra il 2015 e il 2017.

    L’ultima volta in cui erano stati resi noti i dettagli fiscali di un presidente Usa risale al 1973, quando l’agenzia delle entrate americana consegnò le dichiarazioni dei redditi di Richard Nixon a una commissione del Congresso. Dalle oltre 2700 pagine di documenti vengono fuori dati rilevanti, come il fatto che Trump abbia pagato zero tasse federali nel 2020 e solo 750 dollari nel 2016 e nel 2017.

    “I democratici non avrebbero dovuto farlo, la Corte Suprema non avrebbe dovuto approvare” la diffusione della dichiarazione dei redditi perché questo potrebbe “portare a cose orribili per molte persone”: “I democratici radicali di sinistra usano come arma qualsiasi cosa”, ha commentato il leader repubblicano, aggiungendo che i documenti mostrano come lui abbia “avuto successo” e sia stato “in grado di usare alcune deduzioni fiscali per creare migliaia di posti di lavoro”.

    Dagli atti non risulta inoltre alcuna donazione beneficenza nel 2020, ultimo anno di presidenza: in campagna elettorale nel 2015, Trump aveva dichiarato che non avrebbe percepito lo stipendio da presidente, pari a 400mila dollari l’anno, e che lo avrebbe sempre donato: nei primi tre anni lo ha fatto, ma non nel quarto.

    Il tycoon è stato costretto a rendere pubblici i suoi registri contabili dopo il voto del Ways and Means Commitee della Camera dei rappresentanti, avvenuto la settimana scorsa: i democratici sostenevano che fossero in gioco la trasparenza e lo stato di diritto del Paese, mentre i repubblicani hanno agitato il rischio di invasione della privacy dell’ex presidente.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version