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    Trump ha aperto a maggiori controlli su chi vuole acquistare armi

    Credit: Afp

    Il presidente degli Stati Uniti ha espressola sua disponibilità nel corso di un incontro con il senatore repubblicano John Cornyn, con cui ha studiato la creazione di un disegno di legge bipartisan sulla questione

    Di Gianluigi Spinaci
    Pubblicato il 20 Feb. 2018 alle 15:48 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:22

    La Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha intenzione di aumentare i controlli sul possesso delle armi.

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    La volontà di Trump è stata espressa nel corso di un incontro con il senatore repubblicano John Cornyn, con cui ha studiato la creazione di un disegno di legge bipartisan sulla questione.

    L’autore della sparatoria avvenuta il 14 febbraio in una scuola della Florida in cui sono morte 17 persone, Nikolas Cruz, aveva acquistato sette fucili nel 2017, nonostante fosse stato in cura presso i centri ospedalieri dello stato nell’anno precedente.

    Una di queste armi era il fucile semiautomatico Ar-15 usato per effettuare la strage.

    “Mentre le discussioni sono in corso e vengono prese in considerazione le revisioni, il presidente è favorevole agli sforzi per migliorare il sistema di controllo dei precedenti penali di chi vuole acquistare armi”, ha detto il 19 febbraio l’addetto stampa della Casa Bianca, Sarah Sanders.

    Attualmente i concessionari federali autorizzati alla vendita di armi eseguono dei controlli su chi abbia intenzione di acquistare una pistola.

    Il potenziale acquirente riempie un modulo con delle informazioni personali e con i dati della propria fedina penale.

    Queste informazioni sono sottoposte al sistema di verifica dei precedenti penali dell’Fbi che, solo nel 2016, ha elaborato oltre 25 milioni di domande.

    Le falle del sistema sono spesso dovute agli errori commessi dai funzionari statali e federali nel denunciare condanne penali e problemi di salute mentale in capo ai richiedenti, entrambi motivi di diniego al nulla osta per acquistare armi da fuoco.

    Lo scorso anno l’aviazione americana ha ammesso di non aver riportato la condanna per violenza domestica emessa nei confronti di un uomo che poi uccise 26 persone in una chiesa del Texas.

    Dopo quella sparatoria, il senatore repubblicano Cornyn e quello democratico Chris Murphy studiarono la presentazione di una nuova legge.

    Il testo prevedeva che le agenzie federali dovessero riportare in modo accurato le informazioni in loro possesso.

    Ma la norma non fu approvata dal Congresso.

    Il 19 febbraio Murphy ha affermato che il sostegno del presidente Trump alla riforma è “un altro segno che la politica della violenza armata non paga”, aggiungendo tuttavia che “nessuno dovrebbe fingere che questo disegno di legge sia una risposta adeguata a questa epidemia”.

    L’opinione di Trump sul controllo alla vendita delle armi è cambiata nel tempo.

    Durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2016 si era espresso in favore della massima libertà del mercato, abrogando, una volta insediatosi alla Casa Bianca, una legge di Obama che permetteva di inserire in un database i dati di chi aveva ricevuto cure per problemi di salute mentale.

    Gli studenti della scuola superiore Marjory Stoneman Douglas, dove è stata compiuta la strage del 14 febbraio, hanno chiesto a gran voce di cambiare le leggi sulle armi.

    Una marcia contro la vendita libera delle armi è prevista per il 24 marzo a Washington e gli organizzatori hanno chiesto di estendere le manifestazioni per quel giorno a livello nazionale.

    Leggi anche: Cosa è successo nella strage in una scuola di Parkland, in Florida

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