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    Viene bruciata dal marito, subisce 38 operazioni e un trapianto di faccia, ma lo perdona e diventa un simbolo di felicità e ottimismo

    Carmen Tarleton. Credit: Leslye Davis/New York Times/Redux /eyevine

    Carmen Tarleton, una donna americana, ha trasformato la sua tragedia in una straordinaria storia di rinascita, cambiando vita e diventando un esempio anche per gli altri

    Di Luca Serafini
    Pubblicato il 4 Mag. 2018 alle 08:30 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:08

    Il 10 giugno 2007, Carmen Tarleton, allora 38enne, era a casa con le sue giovani figlie a Thetford, nel Vermont (Stati Uniti), quando il marito  entrò in casa.

    Herbert Rogers stava cercando un uomo che, a suo parere, la moglie stava frequentando in quel periodo, ma non trovando nessuno, attaccò Carmen colpendola con una mazza da baseball, così violentemente da romperle le braccia.

    Poi la cosparse di liscivia industriale – una soluzione di idrossido di sodio. Un orecchio, le palpebre e gran parte del viso della donna rimasero bruciati.

    Carmen ha subito ustioni sull’80 per cento del corpo.

    Un giornalista del Guardian ha incontrato Bohdan Pomohač, uno dei suoi chirurghi, al Brigham and Women’s Hospital di Boston.

    “In termini di lesioni inflitte da un altro essere umano, è sicuramente uno dei peggiori casi che abbia mai visto”, ha detto Pomohač. “La sua faccia era quasi completamente distrutta; la sua famiglia era in grado di riconoscere Carmen solo per la forma dei denti”.

    “Quando le persone subiscono terribili lesioni alla testa, i medici possono metterle in un coma barbiturico per spegnere la funzione cerebrale. Questo impedisce al cervello di danneggiarsi ulteriormente”.

    Carmen rimase in coma per tre mesi, mentre Pomohač e il suo team eseguirono 38 diverse operazioni chirurgiche.

    Rimase coperta da un patchwork di innesti di pelle, e questi, insieme a tutte le trasfusioni di sangue che aveva ricevuto nel corso dei mesi, significavano che era diventata immunologicamente vaccinata contro almeno il 98 per cent della popolazione.

    Era cieca, gravemente sfigurata e mancava di molte normali funzioni facciali. Aveva molto dolore. Ma era viva.

    “Quando mi sono svegliata per la prima volta dal coma – ha raccontato Carmen  – ho capito che si trattava di un evento che aveva altri significati per me. Ho capito che avrei potuto aiutare molte persone”.

    Carmen ha iniziato a vedere il mondo da un’altra prospettiva. “Ero sfigurata e la gente sembrava tremendamente dispiaciuta per me, ma volevo mostrare alle persone che non importava che aspetto avessi”.

    “Sono stata costretta a ragionare su quello che la vita significa veramente. Ho trovato il modo di superare questo terribile evento. E non perché io sia diversa o speciale, ma perché è quello che dovevo fare: mostrare alle persone che puoi essere coinvolto in queste tragedie e avere la forza di perdonare e andare avanti”.

    Carmen sostiene di aver perdonato il suo ex-ex marito per quello che ha fatto (il marito ha ricevuto una condanna dai 30 ai 70 anni di prigione, ed è morto in carcere nel dicembre 2017.)

    Nel giorno di San Valentino del 2013, la vita di Carmen è cambiata di nuovo. È diventata infatti la settima americana a sottoporsi a un trapianto di faccia completo. Il trapianto poneva dei rischi, soprattutto dal punto di vista delle reazioni del sistema immunitario

    “Le statistiche erano ancora un po ‘a nostro favore”, dice Pomohač, il chirurgo che ha effettuato l’operazione. “A volte le persone possono sorprenderti con la loro capacità di recupero.”

    Carmen ha subito lesioni fisiche che avrebbero potuto facilmente ucciderla. Che sia sopravvissuta è di per sé notevole, ma ciò che sembra ancora più incredibile è che non si è limitata a sovravvivere, bensì si è come trasformata in qualcun altro.

    Carmen ora afferma che non tornerebbe indietro per cambiare quanto successo, perché proprio quello specifico corso degli eventi le ha permesso di crescere come persona.

    “Siamo troppo presi dalla negatività – ha detto la donna  – Invece dovremmo cominciare a prendere il controllo delle nostre scelte”.

    Lo psichiatra David Wolfe, del Brigham and Women’s Hospital di Boston, ha detto al Guardin che non è raro imbattersi in persone che, dopo un trauma, rispondono sviluppando un marcato ottimismo e cambiando la loro visione della vira

    “L’opposto è la mancanza di speranza, che è una caratteristica della depressione”, dice Wolfe. “Ma le persone resilienti sanno guardare al futuro”.

    Carmen aveva un obiettivo chiaro: “Avevo bisogno di trovare una soluzione. Stavo educando dei figli, c’erano cose che volevo fare. La mia più grande motivazione era proprio quella: volevo essere un modello per i miei figli”.

    Ann Masten, psicologa del Center for Neurobehavioral Development presso l’Università del Minnesota, negli Stati Uniti, definisce il potere della resilienza una “magia ordinaria”.  Si tratta di qualcosa che tutti possono utilizzare.

    Nimmi Hutnik, autrice di “Becoming Resilient: Cognitive Behavior Therapy to Transform Your Life”, afferma che la resilienza – sebbene si sviluppi per un complesso mix di biologia, psicologia e fattori ambientali – sia una caratteristica che puè essere insegnata.

    Come spiega il giornalista del Guardian Rowan Hopper, gli esercizi di resilienza mentale possono essere appresi e usati per promuovere la salute e il benessere. La capacità di essere super-resilienti può trovarsi anche nelle persone normali, ma è necessaria una guida e un supporto, dalla psicoterapia ma anche dalla cerchia di amici.

    Per diventare resilienti c’è bisogno dell’incoraggiamento altrui, di un po’ di amor proprio, persino di un tocco di narcisismo. Abbiamo bisogno di difenderci per non essere maltrattati sul lavoro o nelle relazioni, dobbiamo essere assertivi senza svalutare gli altri e avere un’immagine positiva di noi stessi, senza essere presuntuosi.

    Tutte caratteristiche che, come detto, possono essere costruite e apprese, come la straordinaria storia di Carmen insegna.

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