Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    TotalEnergies, il colosso energetico francese accusato di “complicità” con la Russia

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 14 Ott. 2022 alle 12:43

    Due associazioni attive nel campo dei diritti umani hanno presentato denuncia alla Procura nazionale antiterrorismo francese contro TotalEnergies, colosso dell’energia accusato di aver continuato a sfruttare un giacimento in Russia consentendo così indirettamente la produzione di carburante utilizzato poi dai mezzi usati militarmente in Ucraina. Le associazioni Darwin Climax Coalition, francese con sede a Bruxelles, e l’ucraina Razom We Stand, chiedono l’intervento delle autorità per sanzionare un comportamento che oltre ad essere moralmente inaccettabile potrebbe aver violato – qualora venisse accertato – le norme sull’interruzione dei rapporti commerciali con la Russia introdotte dopo lo scoppio della guerra.

    Il testo della denuncia, visionato da Afp, ipotizza che TotalEnergies abbia contribuito a rifornire il governo russo dei “mezzi necessari per commettere crimini di guerra”, operando nel giacimento di Termokarstovoye, nel nord del Paese. Secondo Le Monde, il colosso francese ha posseduto il 49% di Terneftegaz, una delle compagnie che sfrutta il giacimento. Il restante 51% era in capo alla compagnia russa Novatek, della quale il gruppo francese deteneva il 19,4%, che vedeva nel consiglio di amministrazione Gennady Timchenko, oligarca e amico intimo di Vladimir Putin. Quote cedute poi il 18 luglio scorso. Indagini della Ong Global Witness ha appurato che dal giacimento di gas di Termokarstovoye è arrivata materia prima a una raffineria di Omsk, in Siberia, che produceva carburante per gli aerei russi utilizzati per combattere in Ucraina.

    “Il carburante, indispensabile per le operazioni aeree militari – denunciano i ricorrenti – è stato quindi indirettamente utilizzato dalla Russia per perpetrare i bombardamenti contro la popolazione civile, che hanno portato alla morte di almeno 5.587 persone e al ferimento di 7.890”. L’azienda ha replicato alle accuse bollandole come “oltraggiose”, “diffamatorie” e “infondate”: “Essere complice di crimini di guerra significa fornire un aiuto diretto a uno Stato o ad un’organizzazione criminale l’autore dei crimini. Queste accuse sono un insulto all’integrità del nostro lavoro”.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version