Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    “È stato straziante”, un testimone racconta la frana di rifiuti in Etiopia

    Kenaw è un operatore umanitario che è accorso sul luogo al momento della tragedia. “Colpiti soprattutto donne e bambini”

    Di TPI
    Pubblicato il 16 Mar. 2017 alle 09:16 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:28

    Il bilancio delle vittime della frana di rifiuti nella grande discarica di Koshe, nella periferia di Addis Abeba, continua a salire. Secondo l’ultimo aggiornamento sono 115 le persone rimaste vittime di questa tragedia avvenuta sabato 11 marzo 2017, ma a distanza di giorni le operazioni di soccorso continuano. Al momento dell’incidente nella discarica erano presenti circa 150 persone. 

    — Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

    “Ho visto il dolore di coloro che hanno perso i propri figli, fratelli, sorelle, che hanno visto le proprie famiglie distrutte da quella frana di rifiuti che, come una valanga, è arrivata alle 20”, dice Kenaw, operatore dell’organizzazione umanitaria Amref Etiopia, accorso subito alla discarica di Koshe ad Addis Abeba.

    Il 15 marzo l’Etiopia ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale per le vittime del disastro. Tra i 115 morti 75 sono donne. La frana ha distrutto decine di case e baracche fatiscenti.

    “Sono stati colpiti soprattutto donne e bambini”, racconta Kenaw. “In una delle case ho sentito diversi bambini seduti insieme a recitare il Corano con il loro insegnante, quando c’è stata la frana. È stato straziante. Ho visto gli sforzi delle forze di salvataggio”.

    “I problemi sono stati la vastità dell’area della frana e la carenza di infrastrutture intorno. Ho provato a parlare con i vicini. Le persone che vivono nell’area sono molto povere e non hanno un posto dove andare per ottenere un riparo”, sottolinea l’operatore umanitario che è stato testimone della tragedia.

    Kenaw racconta che le abitazioni della zona sono sovraffollate e questo ha reso l’incidente ancora più tragico. “La maggior parte di loro vive in realtà in alloggi di fortuna, che non sono di loro proprietà. Ci sono naturalmente delle case di proprietà che sono state danneggiate”.

    L’operatore non sa quante siano davvero le vittime. “Non posso dirlo con certezza. Ora l’unica cosa che resta da fare è continuare a scavare tra i rifiuti”.

    L’Etiopia ha una delle economie che cresce maggiormente in Africa. Secondo una ricerca del 2016 condotta da Hydroaid e inerente al progetto “Sanitation Daily” di Amref, Addis Abeba ospita una popolazione di 3.4 milioni di persone che sta crescendo a un tasso annuo ufficiale del 3.8 per cento.

    La crescita della popolazione ha già generato una produzione di rifiuti urbani che va oltre la capacità della capitale etiope. Koshe Rappi, una discarica di 36 ettari situata in prossimità di Addis Abeba, è aperta da circa 50 anni con condizioni estremamente pericolose per la salute per i lavoratori e la popolazione vicina.

    L’organizzazione Amref Etiopia ha fatto sapere che pensa di intervenire a breve termine con la realizzazione di rifugi temporanei, tende, generi di prima necessità, cibo, vestiario e forniture mediche.

    Gli interventi a medio-lungo termine includono: la fornitura di mezzi di sussistenza alle vittime e un progetto per migliorare la gestione dello smaltimento dei rifiuti ad Addis Abeba.

    — Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata.**

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version