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    Violento terremoto in Cile provoca la morte di otto persone

    Un forte terremoto ha colpito alcune zone del Cile nella notte del 16 settembre 2015. Almeno dieci le vittime e circa un milione gli sfollati

    Di TPI
    Pubblicato il 17 Set. 2015 alle 13:51 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 11:04

    Un violento terremoto ha colpito il Cile nella notte del 16 settembre 2015. L’epicentro del sisma è stato localizzato nelle acque dell’Oceano Pacifico nei pressi di Canela Baja, una località costiera della regione di Coquimbo, nel nord del Paese. Le scosse sono state percepite anche in altri Paesi sudamericani tra cui Argentina, Brasile e Uruguay.

    Il violento sisma avrebbe provocato finora almeno dieci morti e 20 feriti.

    Illapel, città di circa 30mila abitanti, ha risentito del terremoto molto più delle altre città colpite. Circa 1.800 residenti sono rimasti senza acqua potabile e molti edifici sono crollati o sprovvisti di energia elettrica.

    Lo United States Geological Survey (USGS) – organizzazione scientifica del governo degli Stati Uniti d’America – ha riportato che la prima scossa si sarebbe verificata attorno alle 19:54 ore locali, a 11km di profondità e con una magnitudo di 8,4 gradi della scala Richter, provocando onde alte almeno quattro metri nei pressi delle coste cilene.

    Il primo movimento sismico è stato seguito da una serie di ulteriori scosse di magnitudo sei e sette sulla scala Richter.

    Nel febbraio del 2010 il Cile fu colpito da uno dei terremoti più violenti della sua storia, il quale fu seguito da uno tsunami che causò più di 500 vittime.

    Nel 2010 l’evento sismico provocò un notevole numero di vittime in molte parti del Paese perchè le autorità statali non furono abbastanza veloci ad avvertire i cittadini di evacuare le proprie abitazione.

    In memoria dei fatti del 2010, secondo quanto ha riferito il ministro dell’Interno cileno Jorge Burgos, per prevenire drammatiche conseguenze, la protezione civile cilena ha fatto evacuare circa un milione di persone che si trovavano lungo 5mila chilometri di costa, in quei tratti giudicati a rischio tsunami.

    Per il momento l’allarme tsunami è stato ritirato in quasi tutte le regioni del Paese, a parte in quelle più vicine all’epicentro. 

    Inoltre, onde di grandi dimensioni generate dal sisma sono attese nella Polinesia Francese, in Giappone, Nuova Zelanda e in particolare negli stati federati statunitensi di Hawaii e California.

    Durante una conferenza stampa, la presidentessa del Cile Michelle Bachelet ha sottolineato la necessità di un intervento militare per soccorrere i civili colpiti dal terremoto. Bachelet ha inoltre chiesto al popolo di “affrontare con calma un altro duro colpo inflitto dalla natura”.

    Il Cile è uno dei Paesi al mondo più esposto ai rischi sismici. Le cause principali di questi fenomeni geologici sono i movimenti di subduzione, che causano lo slittamento di una lastra della superficie terrestre sotto un’altra confinante, generando così i terremoti, e nel caso abbiano luogo nell’acqua, anche gli tsunami. Le due placche in questione – che già in precedenza avevano provocato sismi nel Paese – sono quella di Nazca, sotto l’Oceano Pacifico, e quella sudamericana

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