La capo gabinetto della Casa Bianca, Susie Wiles, ha affermato che il presidente Donald Trump “ha la personalità di un alcolizzato”. La frase è stata pronunciata nel corso di una lunga intervista concessa da Wiles a Chris Whipple e pubblicata su Vanity Fair.
Nell’articolo, Wiles – 68 anni, prima donna a ricoprire la carica di capo dello staff della Casa Bianca – viene definita “la persona più potente” dell’Amministrazione Usa, ovviamente dopo il presidente. Funzionaria di lungo corso, sempre in area repubblicana, ha iniziato a collaborare con Trump nel 2016 e ha avuto un ruolo chiave nella riuscita campagna per le elezioni presidenziali dello scorso anno.
Ieri, martedì 17 dicembre, subito dopo la pubblicazione dell’intervista su Vanity Fair, Wiles è intervenuta sul social X per prendere le distanze dall’articolo: “È un attacco ingannevole contro di me e contro il miglior Presidente, lo staff della Casa Bianca e il Gabinetto della storia”, ha scritto. “È stato ignorato il contesto significativo e gran parte di ciò che io e altri abbiamo detto sulla squadra e sul Presidente è stato omesso dall’articolo. Presumo, dopo averlo letto, che ciò sia stato fatto per dipingere una narrazione estremamente caotica e negativa sul Presidente e sulla nostra squadra”.
L’articolo firmato da Whipple è il risultato di quasi una dozzina di incontri fra lui e Wiles nel corso dell’ultimo anno, durante i quali la capo gabinetto ha affrontato una vasta gamma di argomenti, tra cui la gestione dei fascicoli Epstein, le azioni legali di Trump contro i rivali politici e le figure che circondano il presidente.
Secondo quanto riportato, Wiles ha sostenuto che il fatto di essere cresciuta con un padre alcolizzato la aiuterebbe a lavorare con Trump. “Gli alcolisti ad alto funzionamento, o gli alcolisti in generale, hanno una personalità esagerata quando bevono. Quindi sono un po’ un’esperta di personalità forti”, si legge. La capa dello dello staff della Casa Bianca ha poi aggiunto che il presidente ha “la personalità di un alcolizzato” e governa con una mentalità per cui “non c’è niente che non possa fare. Niente, zero, niente”.
Wiles ha ammesso anche che potrebbe esserci un elemento di “ritorsione” negli sforzi di Trump di perseguire penalmente avversari politici o presunti nemici. “Non credo che si svegli pensando alla vendetta”, ha precisato, “ma quando si presenta l’occasione, la coglie”.
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Nell’intervista la capo gabinetto parla anche del vicepresidente J.D. Vance e dell’imprenditore Elon Musk, ex capo del Dipartimento per l’Efficienza governativa. Di Vance ricorda che all’inizio era molto critico nei confronti di Trump, salvo poi diventare suo stretto alleato: secondo Wiles, questo cambiamento di percezione è “in un certo senso politico”. La funzionaria ricorda anche che Vance “è stato “un teorico della cospirazione per un decennio”.
A proposito di Musk, la capa dello staff della Casa Bianca lo definisce “un tipo strano, come credo siano i geni”. “Sai, non è d’aiuto, ma è una persona a sé stante”, ha aggiunto. Whipple le ha chiesto di quando l’imprenditore ripubblicò un tweet sui dipendenti pubblici che uccidevano milioni di persone sotto Hitler, Stalin e Mao: “Penso che sia quando fa microdosi”, ha commentato Wiles.
Dopo l’uscita dell’articolo di Vanity Fair, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha affermato che Wiles “ha aiutato il presidente Trump a raggiungere i primi undici mesi di mandato più positivi di qualsiasi altro presidente nella storia americana”. “Il presidente Trump non ha consigliere più grande o più leale di Susie”, ha aggiunto Leavitt. “L’intera amministrazione è grata alla sua leadership costante e pienamente unita a sostenerla”. Leavitt ha inoltre accusato Vanity Fair di “parzialità per omissione” per aver escluso altre interviste condotte con lo staff della Casa Bianca e per aver estrapolato le parole della capo gabinetto “completamente fuori contesto”.
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