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    Superare la “linea rossa”

    Obama lancia un chiaro avvertimento al regime siriano. E promette di muoversi in caso siano utilizzate armi chimiche

    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 21 Mar. 2013 alle 12:26 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:47

    Durante la sua visita in Israele, Obama ha rilasciato dichiarazioni molto dure riguardo l’eventualità che il regime siriano possa impiegare le armi chimiche di cui dispone contro i ribelli. Lo scorso settembre aveva già affermato che con un gesto simile si sarebbe oltrepassata una “linea rossa”, lasciando intendere un coinvolgimento più o meno diretto degli Stati Uniti nella guerra civile siriana.

    Martedì molti hanno pensato a quelle frasi, quando un attacco nella provincia di Aleppo ha provocato la morte di 26 persone, tra cui 16 soldati, e scatenato accuse reciproche tra governo e ribelli siriani riguardo l’utilizzo delle famigerate armi chimiche. L’attacco è avvenuto a Khan al-Assal, recentemente teatro di violenti scontri tra i guerriglieri e l’esercito.

    Secondo un fotografo di Reuters, le vittime sono state accompagnate negli ospedali manifestando problemi respiratori e alcuni superstiti hanno affermato di aver percepito odore di cloro nell’aria. La posizione del governo, espressa dal ministro dell’informazione al-Zoubi, è che i ribelli hanno lanciato un razzo contenente gas velenosi contro le forze governative.

    Inoltre, il ministero ha reso noto che un gruppo legato ad al-Qaeda, il fronte al-Nusra, si è impossessato in precedenza di una fabbrica privata che disponeva di diverse tonnellate di cloro. La Russia, principale alleato di Assad, ha sposato la versione dell’esecutivo siriano tramite un comunicato del ministero degli esteri in cui si accusano i ribelli dell’attacco e si esprime preoccupazione per la piega “estremamente pericolosa” assunta dal conflitto, che ha preso la vita di 70.000 persone dal suo inizio due anni fa.

    Il FT riporta l’opinione di un esperto mondiale in armi chimiche che, osservando le foto delle vittime, ha escluso con elevata probabilità l’utilizzo di vere e proprie armi chimiche. Piuttosto, fonti diplomatiche occidentali ritengono che sia stato impiegato un gas velenoso di scarsa potenza e che difficilmente sarebbe opera dei ribelli.

    La controversia è sorta a poche ore dall’elezione da parte Consiglio nazionale siriano del primo ministro ad interim, l’americano Ghassan Hitto, che poco dopo gli attacchi ha dichiarato chiuse le porte a ogni futura discussione con Assad.

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