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    Migliaia di civili in Sud Sudan sono stati uccisi e torturati dalle forze governative

    Lo ha reso noto un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato l’11 marzo 2016 in cui si evidenziano stupri, torture e uccisioni di civili nel conflitto iniziato nel 2013

    Di TPI
    Pubblicato il 11 Mar. 2016 alle 10:24 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 08:48

    Il governo del Sud Sudan ha portato avanti una “politica della terra bruciata” con stupri, saccheggi e l’uccisione di civili negli ultimi tre anni. Lo ha reso noto un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato l’11 marzo 2016. 

    “Il rapporto contiene i racconti strazianti di civili sospettati di sostenere l’opposizione, compresi i bambini e disabili, uccisi e bruciati vivi, soffocati, impiccati agli alberi o tagliati a pezzi”, ha detto l’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani.

    L’utilizzo degli stupri nel conflitto era “diventata una pratica accettabile per il governo, i soldati e le milizie armate affiliate”, dice il rapporto.

    Amnesty International sostiene inoltre di avere le prove che le forze governative del Sud Sudan abbiano deliberatamente soffocato più di 60 uomini e ragazzi in un container e abbiano poi gettato i corpi in un campo a Leer Town. 

    Investigatori di Amnesty hanno detto di aver trovato i resti degli scheletri, probabilmente uccisi nell’ottobre 2015. Hanno raccolto la testimonianza di 42 persone, di cui 23 hanno assistito al soffocamento nel container. 

    “Migliaia di persone hanno sofferto una morte lenta e dolorosa per mano delle forze governative che avrebbero dovuto proteggerli. Si deve fare luce su queste uccisioni illegali”, ha detto Lama Fakih di Amnesty International.

    Amnesty ha chiesto all’Unione africana (Ua) di istituire un tribunale per il Sud Sudan, come era stato scritto nell’accordo di pace firmato lo scorso agosto.

    Migliaia di persone sono state uccise e milioni sono stati costretti ad abbandonare le loro case dall’inizio della guerra civile nel 2013, quando il presidente Salva Kiir accusò l’allora vice-presidente Riek Machar di aver organizzato un colpo di stato. La guerra nello stato più giovane del mondo, nato nel 2011 dopo la separazione dal Sudan, si è formalmente conclusa nell’agosto 2015 con un accordo di pace, ma in realtà le violazioni sono state innumerevoli. 


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