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    Studenti cavie in cambio di denaro

    I laureati britannici nel 2014 hanno un debito medio di 38mila euro. Per ripagarlo c'è chi si offre di testare farmaci

    Di Louise Mothersole e Rebecca Biscuit
    Pubblicato il 18 Nov. 2014 alle 18:30 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:40

    I laureati di quest’anno termineranno gli studi con un debito medio che si aggira intorno ai 38mila euro. Intanto, nelle unioni studentesche e nei campus sparsi per il Regno Unito, gli studenti leggono annunci sulla sperimentazione medica Phase 1, che paga 3.800 euro ai volontari che si offrono di partecipare per un mese al Flu Camp, un vero e proprio progetto di ricerca per la sperimentazione di farmaci.

    Tali annunci si possono trovare anche nelle liste degli uffici di collocamento e sul retro dei giornali gratuiti. In breve, la sperimentazione medica Phase 1 (che fa test su volontari sani) si rivolge specificatamente alle persone meno abbienti e più timorose di non riuscire a trovare lavoro in futuro.

    Ma vendere il proprio corpo alla sperimentazione medica è spaventoso come sembra?

    Le nostre ricerche per preparare lo show Guinea Pigs on Trial (cavie in sperimentazione), che è stato nominato agli Amnesty International Freedom of Expression Awards, ci ha permesso di parlare con ex cavie umane, intervistare professionisti del settore sanitario come il dottor Ben Goldacre (autore dei libri-denuncia Bad Pharma e Bad Science) e sottoporci a esperimenti medici in prima persona.

    Le nostre ricerche hanno rivelato che nella sperimentazione Phase 1 i rischi sono in realtà relativamente bassi, considerato che ai volontari vengono iniettati nuovi farmaci sperimentali. Le cavie umane sono circondate da medici che li monitorano da vicino, e vengono accettati soltanto i volontari più sani.

    Una cavia che abbiamo intervistato ha partecipato a tre sperimentazioni nel corso dei suoi studi. Ha usato il tempo passato in clinica e i soldi guadagnati per finire la tesi, pagare un viaggio di sei mesi e fare un primo investimento per lanciare il suo nuovo business di successo. Il peggior effetto collaterale che ha avuto è stata la noia per il cibo insipido dell’ospedale.

    I rischi, tuttavia, possono essere più insidiosi. Ci sono seri problemi sulla trasparenza della sperimentazione. Le case farmaceutiche non sono obbligate dalla legge a pubblicare i risultati negativi dei test e sono solite nascondere i risultati non solo per evitare che vengano pubblicati sulle riviste mediche, ma anche che vengano esaminati dai medici che conducono gli stessi studi. Questo ha portute ad alcune sperimentazioni molto rischiose che hanno messo a rischio le vite dei volontari. L’esempio più famigerato è stato l’ Elephant man trial, che compare nel nostro spettacolo teatrale.

    Il nome ufficiale delle cavie è “volontari pagati”. I 3.800 euro circa che ricevono potrebbero sembrare tanti per meno di un mese di lavoro, ma una volta che si contano le spese per il pernottamento, il calcolo della paga oraria mostra una realtà diversa. I regolamenti medici stabiliscono che la parcella deve essere tenuta bassa perché non istighi a partecipare a “una sperimentazione rischiosa, spiacevole e degradante”. Naturalmente, meno soldi hai, più ti sembrerà ingente la piccola somma offerta. Questo, praticamente, fa in modo che siano perlopiù i poveri quelli che offrono i loro corpi come cavie.

    Quanto c’è di volontario in tutto questo? Oltretutto, in Gran Bretagna c’è una diretta correlazione tra povertà e mancanza di accesso alle cure mediche più avanzate: paradossalmente è come se le cavie avessero meno accesso alle stesse medicine che aiutano a sviluppare.

    Non è niente in confronto a quanto avviene negli Stati Uniti, dove non esiste un servizio sanitario nazionale e dove le cavie non sono tutelate dalle assicurazioni mediche una volta che le sperimentazioni sono concluse. C’è un movimento che mira a una sindacalizzazione per ottenere i diritti basilari di chi si propone come cavia umana negli Stati Uniti (un esempio sono le comunità online come Guinea Pig zero), ma finora la situazione è rimasta immutata.

    Non c’è niente di sbagliato nelle sperimentazioni mediche di per sé: sono essenziali per il progresso della medicina. In questa situazione economica, gli studenti possono guadagnare denaro con relativa velocità per riuscire a pagare i loro debiti e magari usare i tempi morti in ospedale per concentrarsi sugli studi.

    Tuttavia, quando sono soprattutto i più poveri a rischiare i loro corpi (per quanto i rischi possano essere bassi), qualcosa nella zona grigia del mercato delle sperimentazioni mediche è ancora “un po’ torbido”, per usare un’espressione del Dottor Ben Goldacre.

    Scritto da Louise Mothersole e Rebecca Biscuit, Guinea Pigs On Trial (right) aprirà SACRED, la rassegna di live art del Chelsea Theatre. L’articolo è stato pubblicato su New Internationalist blog: qui.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
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