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    Uno studente pakistano accusato di blasfemia è stato ucciso dalla folla

    Alcuni studenti sono stati arrestati dopo l'attacco brutale avvenuto in un campus universitario. Un altro ragazzo è sopravvissuto al linciaggio

    Di TPI
    Pubblicato il 14 Apr. 2017 alle 08:51 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:48

    Uno studente universitario accusato di blasfemia contro l’islam è stato ucciso dalla folla inferocita di persone all’interno di un campus universitario in Pakistan. A riportarlo è la polizia locale.

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    Alcuni studenti sono stati arrestati dopo l’attacco brutale avvenuto nella città a nord del paese di Mardan. Il campus Abdul Wali Khan University, dove è avvenuto il linciaggio, è stato chiuso. 

    Secondo quanto riportato, due ragazzi sono stati accusati di aver postato contenuti offensivi su Facebook. L’altro è sopravvissuto ma ha riportato ferite.

    La blasfemia è un tema molto discusso in Pakistan: i critici sostengono che la legge in materia è spesso utilizzata in modo improprio per opprimere le minoranze, considerando che è una normativa che può prevedere anche la pena di morte in alcuni casi.

    Non è la prima volta che la folla inferocita ha ucciso persone accusate di blasfemia.

    Il ragazzo ucciso è Mashal Khan, studente di giornalismo. Secondo alcune testimonianze sarebbe stato ucciso con un colpo di arma da fuoco, secondo altri è stato colpito a morte con alcuni oggetti.

    “È stato malamente torturato dopo lo sparo da breve distanza, è stato colpito con bastoni e mattoni”, ha riferito all’agenzia di stampa Afp un ufficiale di polizia.

    Secondo Niaz Saeed centinaia di persone sono state coinvolte. La polizia non stava indagando i due uomini accusati di blasfemia che non avevano precedenti. 

    In alcuni video diffusi online si vede il ragazzo a terra, già morto, che viene preso a bastonate e gli vengono lanciati contro alcuni oggetti.

    Un ufficiale dell’università ha sostenuto la tesi che il ragazzo ucciso fosse mal visto dagli altri studenti a causa delle sue visioni politiche liberali e secolari.

    Nel mese di marzo il primo ministro Nawaz Sharif ha espresso il suo supporto a un ulteriore giro di vite sui contenuti blasfemi sui social media. In una dichiarazione pubblicata sull’account Twitter del suo partito ha descritto la blasfemia come una “offesa imperdonabile”.

    Dal 1990 almeno 65 persone sono state uccise in Pakistan dopo esser state accusate di blasfemia, secondo i dati diffusi di recente da una think tank.

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