Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    La vera storia della bici mangiata da un albero

    La foto di una bicicletta arrugginita che sembra letteralmente “divorata” da un grosso albero è diventata col tempo celebre in rete, ma pochi conoscono la sua origine

    Di TPI
    Pubblicato il 14 Mar. 2017 alle 12:18 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 01:40

    C’è un’immagine che nell’era di internet ha guadagnato col tempo una certa celebrità, facendo chiedere a molte persone se si trattasse di un falso o se fosse vera, e nel secondo caso, quale fosse la sua origine.

    Si tratta della foto di una bicicletta arrugginita e ormai malridotta che sembra letteralmente “divorata” da un grosso albero, sospesa a mezz’aria a circa tre metri d’altezza con le ruote che sporgono dal tronco e il resto della bici all’interno dell’albero.

    — Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

    Le leggende al riguardo non mancano, e la più diffusa è quella secondo cui fu appoggiata all’albero (quando questo era più basso) da un ragazzo partito per la Prima guerra mondiale e mai tornato, e poi lasciata lì a fondersi con la pianta dai suoi genitori.

    Si tratta però solo di una leggenda, e la vera storia è un’altra.

    C’è innanzitutto da dire che la bici esiste davvero, e si trova sull’isola di Vashon, nello stato di Washington al nord-ovest degli Stati Uniti, anche se nel 2014 alcuni vandali ne hanno rubato alcune parti, in particolare le ruote, lasciandola incompleta.

    La sua storia risale al 1954, quando un uomo dell’isola morì in un incendio in casa, lasciando sua moglie e cinque figli. Gli altri abitanti dell’isola si strinsero attorno alla famiglia e fecero loro diversi regali per provare a sostituire i beni materiali perduti con l’incendio.

    Tra questi c’era una bicicletta donata a Don Puz, uno dei bambini, allora di otto anni, che però al riguardo ricorda oggi: “Non mi è mai piaciuta. Era come un triciclo, ma con due ruote. Aveva pneumatici duri e il manubrio sottile, e poi era da bambina. Ormai ero troppo grande per andarci”.

    Così Don, dopo circa sei mesi da quando l’aveva ricevuta, un giorno, dopo aver giocato nei boschi con i suoi amici, la appoggiò semplicemente a un albero e tornò a piedi a casa, che era poco distante, senza mai preoccuparsi di andarla a riprendere.

    Quando sua madre Helen gli chiese dove fossi la bici, il ragazzino rispose che non lo sapeva, e in seguito comprò una bici finalmente di suo gradimento.

    Don diventò poi vicesceriffo dell’isola, e andò in pensione nel 1991 trasferendosi nella località di Kennewick.

    Poi, nel 1995, mentre era in visita da sua madre novantenne, che ancora viveva sull’isola, lei e la sorella di Don lo portarono per caso a vedere la bici ormai ben incastonata nell’albero, che nel frattempo era diventata un’attrazione turistica locale. “Le mie prime parole furono: ’Ma quella è la mia bici!’”. Fino ad allora, non ne aveva mai sentito parlare, né l’aveva più vista.

    Come ricorda oggi, “Non avevo alcun dubbio. Era a poca distanza da casa di mia madre. Io però l’ho buttata via tanto tempo fa. Credo che ormai appartenga all’albero”.

    La bici è ancora oggi al suo posto, e molti escursionisti si avventurano nei boschi locali per vederla:

    — Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata.**

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version