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    La sterilizzazione obbligatoria per i transgender è una violazione dei diritti umani

    In 22 paesi europei per cambiare genere è richiesta la sterilizzazione. Ma una sentenza della Corte edu ha riconosciuto che questa condizione viola i diritti umani

    Di TPI
    Pubblicato il 13 Apr. 2017 alle 12:09 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:56

    Il 6 aprile 2017 una sentenza della Corte europea dei diritti umani (Corte edu) ha stabilito che il requisito della sterilizzazione per il riconoscimento legale del cambio di genere viola i diritti umani.

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    La battaglia è stata condotta per anni da attivisti della comunità Lgbtq. La decisione della Corte riguarda il caso di tre transgender identificati come Émile Garçon, Stéphane Nicot e A.P., ai quali in Francia è stato impedito di cambiare nome e genere nei certificati di nascita perché non erano sterilizzati.

    La Corte edu ha ritenuto che la sterilizzazione obbligata viola l’articolo 8 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo, il quale prevede che ogni persona ha diritto “al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza”.

    La sentenza ha valore solo in Francia, dove già da ottobre del 2016 una legge consente ai transgender di cambiare status giuridico senza sottoporsi alla sterilizzazione forzata, ovvero a un’operazione chirurgica. Ma secondo gli attivisti il provvedimento crea un precedente che obbliga gli altri 22 stati che prevedono questa condizione a modificare le proprie leggi. 

    “Questa decisione conclude il capitolo oscuro della sterilizzazione indotta dagli stati in Europa”, ha detto in un comunicato Julia Ehrt, direttore di Transgender Europe, un gruppo di pressione con sede a Berlino. “I 22 stati in cui la sterilizzazione è ancora obbligatoria dovranno mettere fine rapidamente a questa pratica”.

    In Italia la legge 164 del 1982 prevede che per cambiare sesso una persona debba presentare un’istanza al tribunale con cui chiede l’autorizzazione all’intervento chirurgico, cui fa seguito la riattribuzione di sesso anagrafico e il cambio del nome. L’intervento è molto invasivo e implica anche la sterilizzazione forzata.

    Nel 2015, tuttavia, la Corte di Cassazione ha definito illegittimo l’obbligo di intervento chirurgico previsto dalla legge e sempre più tribunali permettono il cambio anagrafico di genere senza ricorrere all’operazione.

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