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    Cosa ha detto Obama sulla marcia contro le armi negli Stati Uniti

    Durante una visita in Giappone, l'ex presidente degli Stati Uniti ha elogiato i ragazzi che hanno manifestato sabato per una legge per il controllo delle armi e ha dichiarato di voler passare il testimone del "progresso umano"

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 26 Mar. 2018 alle 12:15 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:18

    Durante una visita in Giappone, l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha detto che vorrebbe creare “un milione di giovani Barack Obama per passare il testimone del progresso umano”.

    “L’unica cosa più importante che potrei fare (probabilmente riferendosi al suo passato da presidente) è aiutare a sviluppare la prossima generazione”, ha detto Obama durante una discussione sulla sua carriera politica.

    L’ex presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che la sua organizzazione no-profit, la Fondazione Obama, potrebbe creare una “piattaforma per giovani, promettenti futuri leader”. Un luogo dove potersi scambiare informazioni sui progetti su cui si sta lavorando.

    La Fondazione Obama è “una start-up da avviare insieme”, come spiegava Barack Obama nel video di presentazione a gennaio 2017 in cui diceva: “Mandateci le vostre idea, i vostri sogni e speranze su cosa potremmo realizzare insieme. Parlateci delle persone che vi ispirano e delle organizzazioni di cui ammirate il lavoro. Questa fondazione sarà vostra quanto nostra”.

    “Se potessi farlo in modo efficace, allora mi piacerebbe creare un centinaio, o un migliaio, o un milione di giovani Barack Obama o Michelle Obama”, ha detto durante la conferenza a Tokyo.

    “O comunque mi piacerebbe creare il prossimo gruppo di persone cui poter passare il testimone in quella staffetta che è il progresso umano”.

    Obama ha anche parlato del potenziale che hanno i giovani nell’apportare cambiamenti, riferendosi ai promotori e ai partecipanti di “March for our lives“, tenutasi a Washington e in 800 città degli Stati Uniti sabato 24 marzo, scesi a manifestare per le strade chiedendo maggiore controllo sulle armi da fuoco.

    “Tutto ciò è dovuto al coraggio e allo sforzo di una manciata di ragazzi di 15 e 16 anni che hanno dimostrato di riuscire ad assumersi responsabilità come spesso non sanno fare gli adulti, anche per trovare una soluzione a questo problema (quello delle armi), e penso sia un testimonianza di ciò che accade quando ai giovani vengono date delle opportunità. Credo che tutte le istituzioni debbano pensare a come attingere a quella creatività, a quella energia e a quella spinta”.

    Quasi un milione di persone si sono riunite il 24 marzo nella “March for our lives” per protestare e chiedere una nuova legge per il controllo delle armi negli Stati Uniti a Washington D.C..

    Sotto l’hashtag #NeverAgain i ragazzi hanno sfilato per le strade di Washington D.C. nel ricordo delle 17 vittime della strage avvenuta nella Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida, il 14 febbraio 2018, ad opera dell’ex studente 19enne dell’istituto Nikolas Cruz.

    Il 14 marzo scorso si era tenuta un’altra grande protesta contro la violenza provocata dall’uso delle armi nelle scuole organizzata degli studenti americani che ha interessato il paese da est a ovest.

    Obama aveva anche twittato il suo sostegno scrivendo:

    “Michelle e io siamo così ispirati da tutti giovani che hanno fatto sì che la marcia di oggi avvenisse. Continuate così. Ci state facendo progredire. Nulla può ostacolare le milioni di voci che chiedono cambiamento”.

    Donald Trump deve ancora commentare il successo delle marce dei giorni scorsi, anche se la Casa Bianca ha elogiato i manifestanti per aver esercitato il loro diritto alla libertà di parola.

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