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    Negli Stati Uniti l’etichetta dei farmaci omeopatici dovrà spiegare che non funzionano

    Per legge dovranno chiarire che si fondano su teorie del Settecento che non sono accettate dalla moderna medicina

    Di TPI
    Pubblicato il 22 Nov. 2016 alle 14:12 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:21

    Negli Stati Uniti i farmaci omeopatici acquistabili in farmacia dovranno utilizzare un’apposita etichetta sulla confezione per segnalare che “non funzionano”. Se non vi sono studi scientifici che ne dimostrino l’efficacia, la Federal Trade Commission (agenzia per la protezione del consumatore) ha infatti stabilito che sarà obbligato indicarlo.

    Nella circolare, l’agenzia chiarisce anche il concetto di medicina omeopatica: “L’omeopatia, che risale alla fine del Settecento, si basa sulla teoria che i sintomi della malattia possono essere trattati con dosi minime di sostanze che producono sintomi simili quando fornite in dosi più elevate nelle persone sane”.

    “Molti prodotti omeopatici sono diluiti in modo tale da non contenere dosi rilevabili della sostanza curante. In generale, i prodotti omeopatici sostengono di non basarsi sulla scienza moderna e non sono accettati dagli attuali esperti di medicina, ma nonostante questo l’omeopatia ha numerosi seguaci”.

    La comunità scientifica è quasi unanime nel riconoscere che il meccanismo di cura alla base dell’omeopatia, cioè utilizzare quantità ultra-diluite di una sostanza che in una persona sana induce sintomi simili a quelli osservati in una persona malata (il cosiddetto “principio omeopatico”), contraddice i principi basilari della chimica, della biologia e della fisica.

    Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità l’omeopatia non è una cura e non apporta alcun beneficio. Uno studio australiano condotto nel 2014 non ha riscontrato in essa alcuna efficacia superiore al semplice effetto placebo.

    Negli Stati Uniti c’è un grande e fiorente mercato per i prodotti omeopatici. Nel solo 2007 è stato stimato che gli americani hanno speso più di 3 miliardi di dollari nel controverso sistema di medicina alternativa ideato alla fine del Settecento da Samuel Hahnemann.

    Il rapporto riconosce tuttavia che i prodotti di questo trattamento pseudo-scientifico continueranno a restare negli scaffali dei negozi.

    Di conseguenza, la Federal Trade Commission conclude che “un farmaco omeopatico potrà essere considerato non ingannevole se l’etichetta comunica che non vi è alcuna prova scientifica sul funzionamento del prodotto e che le affermazioni sulla sua efficacia si basano solo sulle teorie dell’omeopatia risalenti al 1700 che non sono accettate dalla maggior parte degli esperti di medicina moderna”.

    In Italia, secondo i dati dell’Istat, l’omeopatia è utilizzata almeno dal 4,1 per cento della popolazione (2 milioni e 452mila persone). Anche se il numero di persone che ne fanno uso è in diminuzione, il fatturato è in crescita.

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