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    Gli Stati Uniti bocciano alcune proposte di legge per inasprire i controlli sulla vendita di armi

    Il senato ha votato contro quattro proposte, due democratiche e due repubblicane, presentate in aula davanti ai parenti delle vittime della strage di Orlando

    Di TPI
    Pubblicato il 21 Giu. 2016 alle 11:15 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:55

    Il senato degli Stati Uniti ha bocciato quattro leggi volte a inasprire i controlli sulla vendita di armi. Fra le normative respinte, ce n’era una che prevedeva il divieto di vendita alle persone presenti sulla lista dei sospettati di terrorismo del governo americano.

    Le proposte erano state presentate in senato alla presenza dei parenti delle vittime della strage di Orlando, la peggiore della storia del paese. Il 12 giugno, un uomo di origini afghane che in precedenza era stato segnalato come possibile minaccia terroristica, aveva aperto il fuoco e ucciso 50 persone nel club Pulse, frequentato dalla comunità Lgbt locale.

    Le altre proposte di legge, prevedevano più controlli sulle vendite tra privati, maggiori tempi per l’acquisto di armi da parte di sospetti terroristi e l’obbligo di segnalazione all’Fbi della vendita di un’arma a una persona sulla lista.

    Delle quattro normative, due erano state presentate dai democratici e due dai repubblicani. Gli esponenti dei due partiti hanno bloccato i rispettivi progetti di legge e si sono dichiarati il totale disaccordo su come prevenire ulteriori attacchi in futuro. Per i repubblicani le proposte dei democratici erano troppo restrittive, mentre per i democratici quelle repubblicane erano troppo blande.

    I veri vincitori dello scontro parlamentare sono quindi le lobby delle armi e, in particolare, la National Rifle Association (Nra). La Nra aveva protestato prima del voto in aula, in quanto le leggi avrebbero violato il secondo emendamento della costituzione degli Stati Uniti, che garantisce ai privati cittadini il diritto di possedere armi da fuoco.

    Negli Stati Uniti, i rivenditori di armi sono autorizzati dallo stato. Le uniche limitazioni alla vendita sono previste per chi ha problemi di salute mentale o per chi ha precedenti penali per determinati crimini considerati “gravi”. Il milione di persone presente sulla lista dei sospettati di terrorismo dell’Fbi possono invece comprare armi senza alcuna restrizione.

    Nonostante le forti resistenze delle lobby, la società civile sta mettendo sempre più sotto pressione i politici americani. Infatti, un sondaggio indica che il 71 per cento dei cittadini è favorevole all’introduzione di alcune restrizioni legali alla vendita di armi, in un paese dove vi sono circa 310 milioni di armi, circa una a testa.

    La questione è cruciale anche per l’esito delle elezioni presidenziali che si terranno a novembre 2016. La candidata democratica Hillary Clinton è favorevole alle limitazioni presentate anche in questi giorni, mentre Donald Trump è a favore del diritto garantito dal secondo emendamento, ma ha dichiarato di volere discutere con la Nra sul divieto di vendita di armi ai sospettati di terrorismo.

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