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    Un milione di dollari agli studenti per salvare l’America dalle armi

    Il presidente del municipio di Brooklyn ha lanciato un concorso aperto ai più giovani per ideare dispositivi intelligenti che rendano le armi più sicure

    Di TPI
    Pubblicato il 13 Set. 2016 alle 17:00 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:42

    Marsavious e Daqarion stavano giocando per strada, quando la pistola ha sparato per davvero. Uno dei due è morto sul colpo. L’altro, stravolto, ha rivolto l’arma contro di sé e si è tolto la vita.

    L’incidente, così lo ha archiviato la polizia, dopo aver ascoltato un testimone, costato la vita ai due diciassettenni la sera del Labor Day a Kalamazoo, Michigan, è solo l’ennesimo di una serie quotidiana di episodi che coinvolgono minori e armi da fuoco, nella civile e democratica America.

    Dall’inizio dell’anno a oggi sono stati 2.605 i minori uccisi o feriti negli Stati Uniti, secondo i dati in aggiornamento costante del Gun Violence Archive. E il numero delle vittime diventa ancora più allarmante se si considera l’intera popolazione americana: 33.599 morti nel 2014, 33.636 nel 2013. Novantuno americani al giorno, stando alla media calcolata dall’U.S. Center for Disease Control. Tutti uccisi per ferite da arma da fuoco.

    È così che Eric Adams, ex poliziotto e oggi primo presidente afroamericano del municipio di Brooklyn, New York, ha deciso che era il momento di intervenire per proteggere la sua gente.

    Adams ha lanciato la “Smart gun design competition”, un concorso rivolto alle scuole superiori di New York per progettare dispositivi intelligenti di controllo delle armi. Pistole e fucili che possano sparare solo tra le mani del proprietario autorizzato, tanto per cominciare.

    In palio ci sono un milione di dollari: una cifra consistente, che dovrebbe consentire agli studenti un rapido sviluppo del prototipo per dotare l’America di armi più sicure e all’avanguardia.

    “Il mio obiettivo è salvare vite umane, a Brooklyn e nel resto del mondo”, ha sottolineato Adams. “Come leader abbiamo la responsabilità di proteggere le persone che rappresentiamo”. 

    A ispirarlo è stato il presidente Obama, che nel discorso sullo stato dell’unione del febbraio dello scorso anno ha chiamato l’America a uno sviluppo nella sicurezza delle armi, 350 milioni quelle possedute dai cittadini americani, un settore in cui la tecnologia è ferma da decenni e oggetto di visioni politiche polarizzate.

    Da qui l’idea di Adams di coinvolgere in prima persona proprio gli adolescenti: saranno gli studenti a immaginare e creare dispositivi di sicurezza efficaci e innovativi. Come, ad esempio, sistemi biometrici o di identificazione a radiofrequenza; qualcosa di simile a quanto già è disponibile per i telefoni cellulari.

    C’è tempo fino a giugno 2017 per presentare i propri progetti: le scuole possono partecipare con uno o più team di cui faranno parte studenti, ma anche professori e matricole di facoltà scientifiche come Ingegneria o Matematica. 

    Tra i partner della “Smart gun design competition” c’è anche il New York Police Department (NYPD), di cui Adams è un veterano. “Questo è il vero punto di svolta della competizione”, sottolinea Leah Gunn Barrett, direttore dell’associazione di attivisti New Yorkers Against Gun Violence e uno dei membri della giuria del concorso.

    “Le tecnologie sviluppate dagli studenti potranno essere subito testate sul campo, e il NYPD potrebbe diventare uno dei primi ad adottarle. Se i professionisti sono convinti che l’idea è buona, credibile e funzionale, sarà più facile introdurla sul mercato civile”. 

    Dagli studenti, Adams ne è convinto, possono arrivare contributi originali e decisivi per un problema annoso e gravissimo. “Alcune delle innovazioni di maggiore impatto sono state sviluppate da giovanissimi”, spiega Adams.

    “Mark Zuckerberg ha inventato Facebook in un dormitorio universitario. Sono convinto che i giovani sapranno tirare fuori i loro migliori talenti per costruire alternative che tengano al sicuro loro, i loro amici e le loro famiglie”.

    Molti giovanissimi americani hanno visto membri della famiglia e amici feriti o uccisi: sono spesso proprio i figli di possessori di armi a essere i più sensibili a tematiche di questo tipo.

    Lo stesso Adams, come ci tiene a sottolineare, è padre, possiede una pistola e ricorda ancora molto bene quando, da poliziotto, i suoi colleghi abbracciavano una mentalità del tipo “Prima spara, poi fai le domande”.

    “I giovani, e soprattutto i giovani di colore, negli Stati Uniti sono spesso vittime di violenza da arma da fuoco”, ha sottolineato ancora Leah Gunn Barrett. “Iniziative come il concorso promosso da Adams sono utilissime per far crescere in loro la consapevolezza del problema e la sensibilità su queste tematiche”.

    Non è la prima volta che negli Stati Uniti si cerca di sviluppare tecnologie all’avanguardia per armi intelligenti. Finora però, ha evidenziato Adams e il suo staff, le resistenze del mercato e della National Rifle Association hanno vanificato i tentativi.

    “Quello delle armi da fuoco negli Stati Uniti è un tema che divide”, ha spiegato Margot Hirsch, membro della giuria del concorso di Brooklyn e capo della Smart Tech Challenges Foundation, istituto californiano specializzato nella ricerca e sviluppo di prototipi per armi intelligenti.

    “Le armi da fuoco sono parte della nostra cultura. Ma se non possiamo farne a meno, possiamo almeno renderle più sicure in modo da prevenire incidenti e suicidi e fermare il mercato delle armi rubate”.

    I tempi adesso sembrano essere maturi: “Ci sono recenti sondaggi, come quello della Johns Hopkins University, che mostrano come 6 Americani su 10 siano favorevoli ad armi intelligenti, più sicure”, ha spiegato ancora la Hirsch.

    “Il 43 per cento dei possessori di armi da fuoco dichiara di essere interessato ad acquistarne di nuove con dispositivi di sicurezza più sviluppati. Occorre adesso uno sforzo coordinato tra sviluppo tecnologico e azione politica e legislativa: bisogna convincere i produttori di armi che un miglioramento della sicurezza si traduce rapidamente in vendite sul mercato”. 

    *A cura di Lucia Pecorario

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