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    Stalker non viene arrestato perché figlio di un poliziotto. E lui uccide la ex fidanzata

    Di TPI
    Pubblicato il 31 Ott. 2018 alle 09:10 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:48

    Rosemarie Reilly ha ripetutamente chiesto aiuto alla polizia nel mese che ha preceduto la sua morte, ma non è servito a nulla.

    Dopo essere stata picchiata, minacciata con una pistola alla testa e seguita dal suo ex ragazzo, Jeremy Kelley, la giovane si era rivolta alla polizia che però non fece (quasi) nulla, lasciando a piede libero l’uomo.

    Nove giorni dopo l’emissione di un mandato di cattura, Jeremy – un 21enne studente infermieristico del Michigan (Stati Uniti) – nel bel mezzo della notte rintracciò Rosemarie a casa di un amico, la trascinò in strada per i capelli e le sparò più volte. Poi girò la pistola verso di se e si uccise.

    Ora, a distanza di due anni dal tragico fatto, la madre di Rosemarie sta chiedendo a gran voce che la polizia si assuma la responsabilità della morte di sua figlia e che ammetta di aver sottovalutato il caso dato che lo stalker omicida era figlio di un poliziotto.

    Secondo quanto riporta BuzzFeed News, Pamela Reilly, 55 anni, ha quindi intentato una causa contro la contea di Ottawa del Michigan e diversi membri delle forze di polizia locali.

    In particolare la donna contesta che il giovane, avendo violato un ordine restrittivo, doveva – stando alla legge del Michigan – essere privato della sua arma: la pistola con cui ha poi ucciso la povera Rosemarie.

    “Se io punto una pistola alla testa di una persona e urlo: “Ti ucciderò”, la polizia mi da la caccia”, ha detto la donna. “Invece hanno trattato mia figlia come una lamentosa”.

    Secondo gli avvocati della famiglia di Rosemarie, l’omicida avrebbe ricevuto un “trattamento di favore” dato che suo padre – deceduto nel frattempo – all’epoca dei fatti era un ufficiale di polizia a Bloomfield Township dove la vittima viveva mentre frequentava la vicina Grand Valley State University.

    Settimane dopo la denuncia di Rosemarie, il dipartimento di polizia della Grand Valley State University e l’ufficio dello sceriffo della contea di Ottawa emisero mandati d’arresto nei confronti del suo stalker che, però, secondo l’accusa, mandarono al ragazzo per posta.

    “Voglio rendere l’America consapevole di cosa è successo e succede ancora. Queste cose non devono più accadere”, ha detto Pamela.

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