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    Spose bambine

    Secondo le Nazioni Unite sono milioni le bambine costrette a sposarsi ogni anno

    Di Claudia Morini
    Pubblicato il 24 Lug. 2013 alle 10:47 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:03

    Secondo le Nazioni Unite da qui al 2020 si registreranno all’incirca 14,2 milioni di spose bambine all’anno. I volti di queste giovanissime, forzatamente grandi, sono stati colti con maestria dalla fotografa premio Pulitzer Stephanie Sinclair.

    Le denunce sono da sempre moltissime, ma nonostante la promulgazione di leggi come il “Child Marriage Act” del 2007 in India e la rivoluzione yemenita, di fatto non sembra essere cambiato molto.

    All’inizio di questo mese Memri tv, la televisione online del Middle East Media Research Institute, ha pubblicato il video di una bambina yemenita di undici anni che ha denunciato la pratica culturale in questione, a cui lei stessa sarebbe dovuta andare incontro.

    Piangendo, Nada Al-Ahdal dichiara di essere scappata dallo zio per sfuggire alla volontà della mamma, già denunciata da Nada per aver cercato di venderla. “Ho provato a risolvere il mio problema, ma i bambini innocenti non possono riuscirci e potrebbero morire, suicidarsi o fare qualunque cosa gli venga in mente. Alcuni hanno deciso di gettarsi in mare. Adesso sono morti”.

    La bambina nel video racconta che la zia materna si era ricoperta di benzina e data fuoco, a 15 anni, dopo che un anno prima era stata costretta a sposarsi. Il marito, ubriaco, la picchiava con catene di metallo.

    Da quando ha tre anni Nada vive con lo zio, che le ha portato affetto e cura consentendole di andare a scuola. Finchè non è arrivata la notizia che i genitori, quando aveva dieci anni, l’avevano promessa a uno yemenita espatriato in Arabia Saudita. Lo zio, in un’intervista al giornale online Now, ha dichiarato: “Quando ho sentito dello sposo, sono andato in panico. Nada non aveva nemmeno 11 anni; aveva esattamente 10 anni e 3 mesi. Non potevo permettere che si sposasse e che il suo futuro si distruggesse così”.

    Lo zio, al telefono con il futuro sposo, ha cominciato quindi a elencargli alcuni diritti imprescindibili della bambina (a Nada piace cantare e non indossa il velo) suscitando così la sua rinuncia. I genitori della bambina, dopo aver fiutato un lauto prezzo pattuito per la piccola sposa, non sono stati affatto contenti.

    I genitori ci hanno però riprovato, chiedendo alla zio di poter avere Nada con sé durante il Ramadan. La bambina, una volta scoperto il rinnovato intento dei genitori, era fuggita per tornare dallo zio. Assieme i due hanno denunciato la situazione al dipartimento per la famiglia del Ministero degli Interni dello Yemen.

    Secondo un’analisi dell’Unicef la maggior parte di questi matrimoni si registra in Asia Meridionale e in Africa Subsahariana. Questi fenomeni portano con sé quasi inveitabilmente l’abbandono scolastico e una gravidanza precoce e, dunque, pericolosa.

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