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    Spie al G20

    Un documento segreto svela come molti delegati del G20 del 2009 fossero spiati da un'agenzia di intelligence britannica

    Di Michele Teodori
    Pubblicato il 18 Giu. 2013 alle 11:48 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 00:48

    Secondo quanto ha rivelato ieri il Guardian, i politici e funzionari di Stato stranieri che hanno partecipato a due incontri del G20 a Londra nel 2009 hanno avuto i loro computer monitorati e le loro chiamate intercettate dal governo britannico. Alcuni delegati hanno utilizzato zone wireless installate dai servizi segreti di sua maestà per leggere il loro traffico e-mail.

    La prova è contenuta in documenti classificati come top secret che sono stati scoperti e rivelati da Edward Snowden, l’informatore del Guardian per l’inchiesta sul programma Prism.

    Le intercettazioni sembrano essere state organizzate col banale scopo di assicurarsi un vantaggio nelle riunioni dei delegati, venendo così prima a conoscenza delle posizioni dei vari Stati al vertice. Gli obiettivi includono alleati britannici di lunga data come il Sud Africa e la Turchia. La rivelazione solleva nuove questioni circa i confini della sorveglianza da parte della Government Communications Headquarters (Gchq), un’agenzia di intelligence britannica. L’operazione sembra essere stata portata avanti per almeno sei mesi.

    Nello spionaggio sui delegati e sul ministro delle Finanze turco, Mehmet Simsek, i documenti parlano esplicitamente di un obiettivo politico per “stabilire la posizione della Turchia sugli accordi del vertice di Londra” e la sua “volontà (o meno) a cooperare con il resto delle nazioni del G20”.

    La riunione di settembre dei ministri delle Finanze nel 2009 è stata anche oggetto di una nuova tecnica nel fornire una relazione diretta su ogni telefonata fatta da delegati, che permetteva l’accesso a “soffiate in tempo reale”. Le conversazioni telematiche dei funzionari stranieri venivano visualizzate su un grafico proiettato su di una parete video di 15 metri quadri del Centro operazioni del Gchq, nonché sugli schermi di 45 analisti specializzati che stavano monitorando i delegati.

    I risultati degli analisti venivano trasmessi rapidamente ai rappresentanti britannici nelle riunioni del G20, per avere un vantaggio negoziale rispetto ai delegati degli altri Paesi.

    Un altro documento rivela anche gli sforzi della Nsa nel tentare di intercettare e decodificare le telefonate criptate da Londra a Mosca che sono state fatte dall’allora presidente russo, Dmitry Medvedev, e da altri delegati dal Cremlino. La National Security Agency è piombata recentemente sotto i riflettori per l’accesso ai tabulati telefonici americani e ai dati internet a livello mondiale. La strategia è stata definita necessaria per la lotta contro il terrorismo e la criminalità.

    A questo proposito dalla Cina sono arrivati domenica i primi graffianti commenti sul programma Prism. Il giornale ufficiale dell’esercito cinese ha definito il tentacolare controllo svelato da Snowden come “spaventoso”. “Le agenzie di intelligence degli Stati Uniti sono aggressori abituali per quanto riguarda il monitoraggio e lo spionaggio della rete”.

     

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