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    In Spagna alcune suore di clausura si schierano dalla parte della ragazza violentata dal branco: “Le donne devono essere libere”

    Continuano le proteste e le prese di posizione contro la sentenza che ha condannato per abuso sessuale e non per stupro cinque uomini. Anche le suore spagnole si sono schierate

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 28 Apr. 2018 alle 17:26 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:42

    Le suore carmelitane scalze di Hondarribia si sono schierate pubblicamente a favore della ragazza di diciotto anni violentata da cinque uomini in Spagna, nella città di Pamplona, nel 2016.

    La vicenda sta agitando molti spagnoli, non solo per il verdetto, ma anche perché spesso è sembrato che sotto esame ci fosse la giovane piuttosto che i suoi assalitori.

    I cinque uomini, i quali hanno ripreso le loro violenze sulla ragazza, sono stati condannati unicamente per abuso sessuale e non anche per stupro.

    Uno degli accusati, Manuel Guerrero, è un poliziotto della Guardia Civil ed è stato anche multato per aver rubato il telefono alla ragazza dopo l’aggressione.

    La vittima ha mantenuto un atteggiamento “passivo o neutrale” nelle scene, restando con gli occhi chiusi per tutto il tempo, secondo le dichiarazioni della polizia.

    La ragazza era stata ritrovata sconvolta da una coppia nel luogo in cui era stata perpetrata la violenza.

    Qui l’articolo completo sulla vicenda

    Dopo le proteste scaturite da questa sentenza anche le suore carmelitane scalze di Hondarribia hanno preso una dura posizione contro la sentenza.

    Su Facebook hanno scritto un messaggio di supporto verso la ragazza violentata

    Il post delle carmelitane dice questo: “Noi viviamo in clausura, indossiamo un vestito che arriva quasi alle caviglie, non usciamo mai la notte (tranne le emergenze), non andiamo alle feste, non beviamo alcolici e abbiamo fatto voto di castità”

    Proseguono dicendo che “è una scelta che non ci rende migliori o peggiori di nessuno, sebbene paradossalmente ci renda più libere e felici di molte. E proprio perché è una scelta libera, difendiamo con tutti i nostri mezzi a nostra disposizione (e questo è uno di quelli) il diritto di tutte le donne di fare liberamente il contrario senza per questo essere giudicate, violentate, intimidite, assassinate o umiliate”.

    Il post su Facebook delle carmelitane scalze si conclude con “Sorella, io sì ti credo”.

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