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    Siria, gli Stati Uniti lanciano l’offensiva finale contro l’Isis

    La guerra in Siria dura da oltre sette anni. Credit: Afp/Stringer

    L'annuncio di Washington, che aggiunge: "Faremo in modo che la popolazione siriana non sia sfruttata dal regime di Assad o dai suoi sostenitori iraniani"

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 2 Mag. 2018 alle 10:59 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:08

    Gli Stati Uniti hanno annunciato l’avvio dell’offensiva finale contro l’Isis in Siria. “I giorni in cui l’Isis controlla il territorio e terrorizza la popolazione della Siria stanno arrivando alla fine”, ha dichiarato la portavoce del dipartimento di stato americano, Heather Nauert.

    “Gli Stati Uniti, la coalizione internazionale e i partner locali, tra cui le forze democratiche siriane, stanno lanciando operazioni per liberare le ultime roccaforti” del sedicente Stato Islamico, ha spiegato Nauert, aggiungendo che Washington lavorerà con “la Nato, la Turchia, Israele, Giordania, Iraq e Libano per proteggere i loro confini dall’Isis”.

    Nauert ha anche affermato che gli Stati Uniti garantiranno che in Siria ci sia una “impronta forte e duratura” in modo che l’Isis non possa tornare e che le popolazioni liberate “non siano sfruttate dal regime di Assad o dai suoi sostenitori iraniani”.

    Intanto, almeno 23 civili, tra cui 10 bambini, sono rimasti uccisi in un raid aereo condotto martedì primo maggio 2018 contro un villaggio sotto il controllo del sedicente Stato Islamico nel nord-est del paese.

    Lo ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che sono ignoti i responsabili del bombardamento. “Non sappiamo se sia stata la coalizione internazionale a guida Usa o le forze irachene a condurre l’attacco” si legge in una nota.

    Lo scorso 14 aprile gli Stati Uniti, con l’appoggio di Regno Unito e Francia, hanno condotto un attacco missilistico contro tre obiettivi strategici siriani in risposta al presunto attacco chimico perpetrato sulla città di Homs dalle forze armate siriane, con la complicità della Russia (qui tutti gli aggiornamenti sulla crisi siriana).

    Recentemente il presidente degli StatiUniti, Donald Trump, ha annunciato l’imminente ritiro delle truppe americane dalla Siria.

    La scorsa settimana la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato il “No Assistance for Assad Act”. Se approvato dal Senato, il provvedimento imporrebbe che tutti i fondi statunitensi per il recupero, la ricostruzione o la stabilizzazione in Siria dovrebbero essere usati solo in zone della Siria non controllate dal governo guidato dal presidente Bashar al-Assad.

    Le dichiarazioni degli Usa a sostegno dell’integrità territoriale della Siria “sono solo parole” che servono da copertura per “i piani di spartizione della Siria”, ha detto nei giorni scorsi il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, dopo un incontro con i funzionari turchi e iraniani a Mosca.

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