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    Siria, l’annuncio della Russia: “Non ci sarà un’offensiva contro Idlib”

    L'incontro tra il presidente russo Putin e l'omologo turco Erdogan si è concluso con la decisione di creare una zona demilitarizzata intorno alla roccaforte ancora in mano ai ribelli

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 17 Set. 2018 alle 19:21 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:25

    “Non ci sarà una offensiva militare sulla provincia settentrionale siriana di Idlib”. Questo l’annuncio del ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, dopo l’accordo tra Mosca e Ankara per la creazione di una zona demilitarizzata.

    Il 17 settembre si è tenuto un incontro tra i presidenti della Russia e della Turchia, conclusosi con la decisione di dar vita ad una “zona demilitarizzata” intorno a Idlib, la provincia in mano ai ribelli che Mosca e Damasco stanno cercando di riconquistare.

    La notizia era stata data dallo stesso presidente russo, Vladimir Putin, al termine dei colloqui con l’omologo turco, Recep Tayyip Erdogan.

    “Abbiamo deciso di creare una zona demilitarizzata profonda 15-20 chilometri lungo la linea di contatto tra l’opposizione armata e le truppe governative entro il 15 ottobre di quest’anno”, ha spiegato il presidente russo.

    In seguito, il ministro della Difesa russo ha specificato che questo accordo significa che le forze di al-Assad, sostenute da Russia e Iran, non porteranno avanti alcuna azione militare sarebbe contro Idlib, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa russe.

    L’attacco a Idlib e i colloqui di pace

    Nella notte tra il 7 e l’8 settembre 2018 sono ripresi gli attacchi russi contro la provincia siriana di Idlib, l’ultima roccaforte ancora in mano ai ribelli che si oppone al governo di Bashar al-Assad.

    A dare la notizia è stato l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha definito i nuovi raid “i più violenti” da un mese.

    Il 7 settembre 2018 si è tenuto a Teheran, in Iran, un incontro trilaterale tra Iran, Russia e Turchia per trovare un punto di incontro sulla questione siriana ed evitare quella che il presidente turco ha più volte definito “un bagno di sangue”.

    Il summit tuttavia non aveva dato gli esiti sperati. Il presidente russo Vladimir Putin infatti aveva respinto le richieste della Turchia di una tregua nel nord della Siria.

    La Russia quindi aveva reso nota l’intenzione di continuare la sua lotta contro i “terroristi” nella provincia di Idlib e il presidente russo aveva ribadito il diritto di Bashar al-Assad a riconquistare tutto il paese.

    Chi controlla cosa

    La provincia di Idlib, nella parte nord-ovest del paese, è l’ultima forte roccaforte ancora in mano ai gruppi ribelli e jihadisti che hanno cercato di rovesciare Assad negli ultimi sette anni.

    Dopo aver ripreso il controllo di Aleppo, della regione del Ghouta orientale, di Douma e di Daraa, Idlib è l’ultimo territorio in cui Assad non è riuscito a sconfiggere i ribelli.

    Il governo ha di recente ripreso il controllo del sud del paese, togliendo ai ribelli i territori di Quneitra e di Daraa, al confine con Israele e Giordania. Quneitra in particolare si trova nella zona delle Alture del Golan, un territorio occupato da Israele nella Guerra dei sei giorni del 1967 e tuttora conteso con la Siria.

    Il nord del paese invece è controllato dalle forze curde, mentre l’Isis continua a imperversare nel cuore della Siria, tra Palmira e Deir Az Zor.

    Oltre a Idlib, l’ultima zona in cui si attesta una presenza dei ribelli è quella di Afrin, in cui si trovano anche truppe turche che sostengono parte dei ribelli e che monitorano il confine tra i due paesi.

    I ribelli che controllano Idlib appartengono a tante fazioni rivali, tra cui un’alleanza jihadista legata ad al-Qaeda e un rivale Fronte di liberazione nazionale sostenuto dalla Turchia.

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