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    Shutdown per l’Unione Europea?

    Secondo The Guardian dopo le prossime elezioni europee i partiti euroscettici potrebbero paralizzare le istituzioni dell'Unione

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 22 Ott. 2013 alle 09:32 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:28

    Lo shutdown non è monopolio esclusivo degli Stati Uniti, e l’Europa potrebbe presto trovarsi di fronte allo stesso problema. In un commento pubblicato su The Guardian, Jan-Werner Mueller, professore di Scienza Politica a Princeton, riflette su quanto accaduto a Washington per comprendere ciò che potrebbe verificarsi in Europa.

    Mueller sostiene che, proprio come il Tea Party ha trasformato il congresso Usa in un’istituzione paralizzata e incapace di prendere le decisioni necessarie per il Paese per oltre 15 giorni, così un’alleanza di partiti contrari all’Unione europea, in grado di ottenere la maggioranza del voto popolare alle elezioni europee del prossimo anno, potrebbe portare l’Europa a un punto morto.

    Sia gli Usa che l’Ue infatti sono “regimi misti”, con una forte separazione dei poteri e numerosi controlli e bilanciamenti reciproci. Se questo aiuta da un lato a evitare l’instabilità politica, dall’altro lato incide negativamente sulla trasparenza istituzionale, e rende più difficile che qualcuno venga chiamato a rispondere del suo operato.

    “Il Parlamento europeo non è mai stato molto amato”, commenta Mueller, “ma fino a poco fa era abbastanza vicino all’ideale statunitense, per la semplice ragione che la gran parte dei suoi membri aveva almeno due cose in comune: erano filoeuropeisti convinti e volevano difendere i poteri parlamentari così duramente acquisiti e, per quanto possibile, espanderli.” Adesso il Parlamento europeo è più potente di quanto si creda, considerando che il 25% delle sue proposte diventano legge: cosa accadrebbe se dovesse cadere preda di “una versione europea del Tea Party, un gruppo che fa campagna a partire dal principio che il vero problema è il governo stesso?”, si chiede Mueller.

    Secondo il professore, “un numero significativo di partiti anti-Ue sono semplicemente distruttivi”: il loro paradosso è affermare da un lato la propria legittimità democratica sulla base dei voti che hanno ricevuto, e dall’altro negare che questo sia un sistema democratico. Spesso, inoltre, non hanno altro desiderio se non quello di “chiudere tutto”, e “non offrono alcuna piattaforma politica coerente”.

    “Il Front National di Marine Le Pen (dato favorito e in testa nei sondaggi sulle elezioni europee del maggio 2014) e il partito anti-immigrazione e anti-Islam di Geert Wilders nei Paesi Bassi stanno tentando di dar vita a un’alleanza paneuropea anti-Ue”, dichiara Mueller, che invita i cittadini europei a pensarci bene prima di votare questi partiti.

    “È democraticamente legittimo protestare”, conclude Moeller, “ma è altrettanto importante prendersi sul serio. E prendere sul serio il proprio voto. Lo shutdown è per gli adolescenti della politica, non per gli adulti”.

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