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    Russiagate, Trump attacca l’Fbi: “La reputazione dell’agenzia è a brandelli”

    Il presidente statunitense Donald Trump. Credit: Afp

    Negli ultimi giorni una serie di rivelazioni hanno coinvolto l'ex consigliere della sicurezza nazionale statunitense Michael Flynn

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 3 Dic. 2017 alle 17:56 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:30

    Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha attaccato l’agenzia statunitense Fbi, negando di aver chiesto all’ex direttore James Comey di abbandonare l’indagine nei confronti di uno dei suoi uomini di fiducia, l’ex consigliere della sicurezza nazionale Michael Flynn.

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    Su Twitter, Trump ha scritto che la reputazione dell’FBI è “a brandelli”, ma che presto “la riporteremo alla sua grandezza”.

    L’attacco arriva dopo una serie di sviluppi nell’indagine condotta dal procuratore speciale Robert Mueller sulla presunta interferenza russa nelle elezioni americane.

    Trump nega che il suo team abbia collaborato con la Russia durante la campagna elettorale per farlo eleggere.

    Nel corso del weekend sono emerse alcuni report secondo i quali Mueller, ex direttore dell’FBI, quest’estate aveva licenziato un agente dell’FBI dall’inchiesta sul Russiagate, dopo che era stato accusato di aver fatto delle osservazioni anti-Trump nei suoi messaggi di testo.

    Il presidente ha citato questa vicenda in un suo tweet, scrivendo: “Report: ‘UN AGENTE FBI ANTI-TRUMP HA GUIDATO L’INCHIESTA SULLE MAIL DI CLINTON’ Ora tutto inizia ad avere un senso!”

    In un altro tweet, il presidente ha accusato l’emittente ABC News di “rapporti orribilmente imprecisi e disonesti”, dopo che uno dei giornalisti della rete ha ammesso di aver commesso un errore in una storia sul presidente.

    Il giornalista Brian Ross ha riferito infatti che Trump era candidato presidenziale quando ha chiesto a Michael Flynn di prendere contatto con Mosca. In seguito ha corretto il suo report, dicendo che Trump era presidente eletto quando ha dato l’ordine. Ross è stato sospeso dalla rete per quattro settimane.

    Il generale in pensione Michael Flynn, fino a pochi mesi fa uno degli uomini più fidati del presidente statunitense, negli scorsi giorni si è dichiarato colpevole di aver mentito all’FBI, dopo essere stato formalmente accusato di aver reso dichiarazioni false sui suoi contatti con la Russia in vista delle elezioni presidenziali statunitensi del 2016.

    Trump ha detto che le azioni di Flynn come membro del suo team per la transizione alla guida degli Usa “erano legali”.

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