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    La Russia ha vietato i Power Rangers ai minori a causa di un personaggio gay

    Venerdì 24 marzo il distributore locale ha informato i cinema russi che la limitazione d'età doveva essere spostata dai 16 anni ai 18 anni

    Di TPI
    Pubblicato il 26 Mar. 2017 alle 17:53 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:04

    Era già stato annunciato prima ancora che il film uscisse in sala: il nuovo film dei Power Rangers, reboot cinematografico dell’omonima serie televisiva degli anni Novanta uscito giovedì 23 marzo in diversi paesi del mondo, vede tra i protagonisti una ranger lesbica e un ranger autistico. 

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    La Power Ranger gialla di nome Trini, infatti, interpretata dall’attrice statunitense Becky G, in una scena del film allude senza essere troppo esplicita al fatto di non avere “problemi di ragazzi”, ma semmai “di ragazze”.

    “Trini si sta domandando chi sia. Non l’ha ancora capito davvero”, ha spiegato il regista Dean Israelite alla rivista statunitense Hollywood Reporter. “Penso che questa scena riesca a comunicare a tutti quei ragazzi che stanno cercando di capire chi sono che va tutto bene”.

    (Nella foto, l’interprete del personaggio. Credit: Lionsgate)

    La scena però non dev’essere piaciuta al governo russo, visto che venerdì 24 marzo, un giorno dopo l’uscita del film nel paese, il distributore locale ha informato i cinema russi che la limitazione d’età doveva essere spostata dai 16 anni ai 18 anni, una scelta piuttosto strana per un film dedicato agli adolescenti.

    Negli Stati Uniti, il film ha ricevuto invece un rating PG-13, il che significa che alcuni passaggi possono essere inappropriati per i bambini di età inferiore ai 13 anni.

    Già giovedi 23 il parlamentare Vitaly Milonov, autore delle leggi considerate anti-gay nel paese, aveva criticato il film in un’intervista, dicendosi indignato per la presenza di un personaggio LGBTQ nel film.

    Già due settimane prima, Milonov aveva invitato il Ministero della Cultura ad applicare controlli più stretti per La Bella e la Bestia della Disney, anche in quel caso per la presenza di scene con rimandi omosessuali, che avevano garantito al film un divieto ai minori di 16 anni.

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