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    La Russia ha respinto una risoluzione di pace Onu per una tregua a Ghouta

    Con il veto della Russia, strategico alleato di Assad, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha bocciato una risoluzione per ottenere un cessate il fuoco in Siria, nel sesto giorno consecutivo di bombardamenti nella parte orientale di Ghouta, un'area in mano ai ribelli siriani

    Di TPI
    Pubblicato il 23 Feb. 2018 alle 14:21 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:58

    Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha bocciato una risoluzione per ottenere un cessate il fuoco in Siria, nel sesto giorno consecutivo di bombardamenti nella parte orientale di Ghouta, un’area in mano ai ribelli siriani.

    La Russia ha posto il veto alla proposta di pace che prevede una tregua di 30 giorni per permettere agli aiuti umanitari di raggiungere la popolazione locale e di evacuare i feriti in gravi condizioni di salute.

    Così, mezza diplomazia occidentale si è schierata contro la Russia, un alleato chiave della Siria e del presidente Bashar al-Assad. Il respingimento da parte dei russi della richiesta di una tregua in Siria rischia di far precipitare una situazione ulteriormente già di per sé infernale.

    Secondo testimonianze presenti sul territorio, almeno 426 persone sono rimaste uccise nei bombardamenti sulla parte orientale di Ghouta, che proseguono da sei giorni. Le aree di Douma e Hamouriyeh – come è possibile vedere nella mappa della Bbc in fondo a questo articolo – sono state le più colpite dai bombardamenti incessanti.

    Si terrà ora un nuovo voto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, previsto per le 11 ora locale a New York (le 17 ora italiana), ma non è ancora chiaro se nel frattempo sia stato raggiunto un accordo con la Russia per il raggiungimento di un cessate il fuoco in Siria.

    Alcun osservatori internazionali temono che Mosca voglia dare tempo ad Assad di infliggere un ultimo colpo ai ribelli che controllano la parte orientale di Ghouta, l’area che circonda la capitale siriana di Damasco.

    D’altra parte, proprio nei giorni in cui Afrin (città siriana lungo il confine turco) era improvvisamente divenuta il focus principale in Siria per l’azione intrapresa dalla Turchia, che vuole assolutamente limitare un’espansione dei curdi presenti in quell’area, il regime di Damasco – approfittando dell’attenzione mediatica rivolta su quel fronte – ha iniziato una serie di bombardamenti nel Ghouta orientale.

    Proprio questa molteplicità di fronti di guerra in Siria ha portato la redazione di TPI a fare chiarezza su quali siano, oggi, gli scenari di crisi più caldi. E in questo senso Laura Melissari ha scritto questo articolo, molto utile per capire.

    Ad ogni modo, ora Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno chiesto che la risoluzione per il cessate il fuoco venga approvata quanto prima, senza ulteriori ritardi. L’inviato speciale delle Nazioni Unite, l’italiano Staffan de Mistura, ha anche aggiunto che alla tregua dovrà immediatamente fare seguito un accesso alla parte orientale di Ghouta.

    Cosa dice la risoluzione per il cessate il fuoco in Siria

    La bozza, avanzata da Kuwait e Svezia, chiede una tregua generale in tutta la Siria da attuarsi entro 72 ore dal momento in cui viene approvata dal Consiglio di sicurezza Onu.

    Si chiede inoltre che possano essere evacuate le persone più gravemente ferite e l’accesso agli aiuti umanitari nelle 48 ore successive. La proposta di tregua sostiene che almeno 5.6 milioni di persone in oltre 1.244 comunità locali siriane siano in estremo pericolo e che hanno profondamente bisogno di aiuto.

    Quali sono le obiezioni della Russia alla risoluzione

    In primo luogo, stando alle condizioni evidenziate dalla proposta per il cessate il fuoco in Siria, qualsiasi tregua non sarebbe applicabile nei confronti dei combattenti del sedicente Stato islamico o per il fronte al-Nusra, un ex affiliato di al-Qaeda in Siria, il che vuol dire che il cessate il fuoco varrebbe per tutti ma non per i suddetti gruppi estremisti.

    Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto che la proposta deve andare oltre ed escludere anche altri gruppi estremisti che cooperano con l’Isis e al-Nusra, e che sono responsabili di diversi bombardamenti nell’area di Damasco.

    Tra questi, i due più numerosi e importanti gruppi di ribelli presenti nella parte orientale di Ghouta, vale a dire Jaish al-Islam e Faylaq al-Rahman. Quest’ultimo gruppo è stato per lungo tempo un alleato del gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham, alleanza di diverse fazioni riconducibili al fronte al-Nusra.

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    Le aree di Douma e Hamouriyeh – nella parte orientale di Ghouta – sono state le più colpite dai bombardamenti incessanti dell’esercito regolare siriano (Credit: Bbc)

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