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    La Russia pone il veto sulle indagini dell’Onu per gli attacchi chimici in Siria

    Attesa per la presentazione del rapporto sul bombardamento di Khan Sheikoun dello scorso 4 aprile, nel quale morirono più di 87 persone

    Di Giuseppe Loris Ienco
    Pubblicato il 26 Ott. 2017 alle 14:19 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:00

    Nel corso della giornata del 26 ottobre i funzionari del Joint Investigative Mechanism (JIM), il meccanismo congiunto formato da Nazioni Unite e Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) che indaga sui responsabili degli attacchi chimici in Siria, presenteranno un rapporto sull’attacco con gas sarin che lo scorso 4 aprile colpì il villaggio siriano di Khan Sheikhoun.

    Pochi giorni fa la Russia ha posto il veto sulla bozza di risoluzione Onu presentata dagli Stati Uniti per estendere di un altro anno i lavori del Joint Investigative Mechanism.

    Anche la Bolivia ha espresso parere contrario, mentre 11 paesi hanno votato a favore del prolungamento. Cina e Kazakistan hanno preferito astenersi.

    Il veto di Mosca è stato il nono presentato al Consiglio di sicurezza per bloccare azioni contro l’alleato siriano.

    Regno Unito, Francia e Stati Uniti hanno accusato il presidente siriano Bashar al-Assad di essere il vero responsabile dell’attacco contro Khan Sheikhoun, villaggio controllato dai ribelli siriani, nel quale morirono più di 87 persone, tra cui anche bambini.

    Nikki Haley, ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, ha criticato la decisione di Mosca, che “per l’ennesima volta ha deciso di appoggiare dittatori e terroristi che utilizzano questo tipo di armi”.

    “La Russia ha dimostrato ancora una volta di essere disposta a fare qualsiasi cosa per permettere al barbarico regime di Assad di non pagare le conseguenze per l’uso continuato di armi chimiche”, ha aggiunto Haley.

    Vassily Nebenzia, ambasciatore della Russia presso l’Onu, ha affermato che il veto non indica la volontà di interrompere definitivamente le indagini.

    Nebenzia ha aggiunto che Mosca, che ha chiesto il rinvio del voto al 7 novembre, lavorerà per prolungare il mandato del meccanismo congiunto di Nazioni Unite e Opac in modo tale da dimostrare la sua imparzialità.

    “Non vogliamo la chiusura del Joint Investigative Mechanism. Semplicemente non vogliamo che la decisione sull’estensione dei lavori sia adottata oggi”, ha detto l’ambasciatore russo.

    Nebenzia ha accusato gli Stati Uniti e i suoi alleati di volere il voto immediato “per mettere in imbarazzo e disonorare la Russia”.

    Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha difeso la scelta di Mosca di porre il veto sulla bozza di risoluzione e ha criticato Washington, che starebbe cercando di “imporre la sua posizione”.

    Il Joint Investigative Mechanism è stato creato due anni fa dai 15 membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per identificare i responsabili degli attacchi chimici compiuti nel corso della guerra scoppiata nel 2011 in Siria.

    Dopo il rinnovo del mandato nel 2016, i lavori del JIM rischiano di interrompersi a metà novembre nel caso in cui non si riesca a raggiungere un accordo prima della scadenza.

     

     

     

     

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