Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Caso Skripal, Mosca sfida Londra: “Se ha le prove che siamo stati noi, le mostri”

    Gli scienziati britannici che stanno indagando sull'avvelenamento di Skripal hanno detto di non essere in grado di dire dove è stato prodotto il gas nervino utilizzato contro l'ex spia. Credit: AFP PHOTO / Ben STANSALL

    A L'Aja si riunisce su richiesta del Cremlino l'Organizzazione per la proibizione della armi chimiche

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 4 Apr. 2018 alle 13:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:45

    Il 4 aprile 2018 si riunisce a L’Aja, in Olanda, l’Organizzazione per la proibizione della armi chimiche (Opac). Il vertice è stato chiesto dalla Russia per discutere dell’avvelenamento con gas nervino dell’ex spia russa Sergej Skripal.

    Il Regno Unito ha in più occasioni accusato Mosca di essere responsabile per l’accaduto, ma il Cremlino ha sempre escluso qualsiasi coinvolgimento e ora chiede a Londra di esibire le sue prove.

    “Speriamo che durante la riunione venga messo un punto fermo sulla questione”, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin.

    Il capo dei servizi segreti esteri russi, Sergei Naryshkin, ha sollecitato “il ritorno a un sano dialogo” tra Mosca e l’occidente per evitare “una nuova crisi missilistica a Cuba”.

    “È importante fermare questo gioco irresponsabile, che aumenta sempre la posta in gioco, e rinunciare all’uso della forza nelle relazioni internazionali, per non portare la situazione a una nuova crisi a Cuba”, ha detto Naryshkin.

    Gli scienziati britannici che stanno indagando sull’avvelenamento di Skripal hanno detto di non essere in grado di dire dove è stato prodotto il gas nervino utilizzato contro l’ex spia.

    “Non abbiamo identificato la fonte precisa, ma abbiamo fornito il dato scientifico al governo, che ha usato una serie di altre fonti per mettere insieme le conclusioni”, ha detto Gary Aitkenhead, capo del laboratorio di Porton Down, la struttura militare britannica dove sono stati analizzati i campioni.

    L’esperto ha aggiunto che per creare quel particolare tipo di agente chimico “sono necessarie tecniche estremamente sofisticate”, qualcosa “di cui solo uno Stato può essere capace”.

    Un portavoce del governo del Regno Unito ha dichiarato, rispetto al coinvolgimento della Russia, che “non c’è altra spiegazione plausibile”.

    Il 4 marzo 2018 Sergej Skripal, 66 anni, e la figlia Yulia, 33, sono stati trovati svenuti su una panchina in un parco di Salisbury. I successivi accertamenti hanno rivelato che i due sono stati esposti a una sostanza velenosa, precisamente gas nervino.

    Skripal e la figlia sono tutt’ora ricoverati in ospedale: Yulia si è risvegliata e non è più in condizioni critiche, mentre il padre resta grave.

    Fin da subito il Regno Unito ha attribuito la responsabilità dell’aggressione alla Russia, che però ha sempre respinto tutte le accuse. La vicenda ha scatenato una grave crisi diplomaticatra i due paesi.

    Londra ha espulso 23 diplomatici russi e Mosca ne ha cacciati altrettanti britannici.

    Tra il 25 e il 27 marzo 2018 Stati Uniti, Canada, Australia, diversi stati dell’Unione europea, oltre alla Nato, hanno annunciato l’espulsione di diplomatici russi dai rispettivi paesi, attribuendo la responsabilità dell’avvelenamento alla Russia.

    Il 29 marzo 2018 il Cremlino ha annunciato la sua decisione di espellere 150 diplomatici occidentali e chiudere la sede del consolato statunitense a San Pietroburgo.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version