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    L’accusa di Mosca: “L’Ucraina ha fatto saltare i negoziati con la Russia per volere degli Stati Uniti”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 27 Ott. 2022 alle 15:27

    L’Ucraina ha fatto saltare il tavolo dei negoziati dopo che insieme alla Russia era stata trovata una delicata intesa per la pace: è la versione di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, che citato dalla Tass ha spiegato come Kiev sarebbe stata influenzata da Washington nella decisione. “Putin ha informato il suo collega su come sono stati condotti i negoziati a marzo, su come hanno funzionato le squadre negoziali: russa e ucraina”, ha spiegato Peskov. “Ha detto che il testo era effettivamente pronto – ha aggiunto – è stato raggiunto un equilibrio molto difficile, e poi all’improvviso la parte ucraina ha lasciato il tavolo, ha dichiarato la sua riluttanza a continuare i negoziati, e successivamente questa riluttanza è stata effettivamente trasformata in una legge che vieta alla parte ucraina e al presidente dell’Ucraina di negoziare con la Russia e con il presidente Putin. Allo stesso tempo, il presidente ha sottolineato, ovviamente, che tale riluttanza a negoziare e il rifiuto di intese già concordate sono avvenute chiaramente per decisione di Washington. Questo è abbastanza ovvio”.

    Ora la Russia non sarebbe più intenzionata a “cambiare posizione” e si dice “pronta a difendere i propri interessi” al tavolo delle trattative. Secondo l’Institute for the Study of War, think tank con sede negli Stati Uniti che fornisce ricerche e analisi su questioni di difesa e affari esteri, la retorica di Putin mostra che in realtà il presidente russo non è interessato ai negoziati con l’Ucraina. Ieri il Cremlino ha detto che il paese invaso ha “perso la sua sovranità” diventando una “colonia” degli Stati Uniti. Il presidente della Duma di Stato russa Vyacheslav Volodin – spiega nel suo rapporto l’Isw – ha confermato questa narrazione, affermando che “l’Ucraina ha perso la capacità di esistere come Stato”, “l’Ucraina è occupata dalla Nato”.

    “Questo linguaggio – spiega la società – è incompatibile con i negoziati su basi paritarie per un cessate il fuoco, per non parlare di una risoluzione del conflitto che la Russia ha iniziato”. Si tratta anzi di un modo di parlare che “suggerisce invece fortemente che il Cremlino cerchi ancora una vittoria militare in Ucraina e un cambio di regime a Kiev che influenzerebbe il riorientamento permanente dell’Ucraina lontano dall’Occidente e sotto il controllo della Russia. Indica anche che gli obiettivi di Putin trascendono il territorio che ha affermato di aver annesso, per non parlare delle aree effettivamente controllate dalle sue forze”.

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