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    Il rinoceronte con la scorta

    Si chiama Sudan e le sue guardie del corpo lo proteggono perché è l'ultimo esemplare di rinoceronte bianco maschio del nord al mondo

    Di Maria Laura Serpico
    Pubblicato il 18 Apr. 2015 alle 11:25 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:50

    Oggi è rimasto un unico esemplare al mondo di rinoceronte bianco del nord: il suo nome è Sudan, ha 42 anni e vive in Kenya, nella riserva naturale Ol Pejeta Conservancy, insieme ad altri due esemplari di sesso femminile.

    Il rinoceronte è sorvegliato costantemente da guardie armate, che lo proteggono 24 ore su 24 dai bracconieri che gli danno la caccia per via del suo prezioso corno.

    Come riportato dalla Cnn, per aumentare la sicurezza i rinoceronti sono monitorati attraverso dei radiotrasmettitori, mentre delle guardie in incognito raccolgono informazioni sul bracconaggio nelle comunità vicine.

    Costituito da cheratina, come le unghie e i capelli dell’uomo, il corno di rinoceronte non è composto da un materiale pregiato come l’avorio delle zanne di elefante. Tuttavia, ha un valore economico molto alto, dal momento che in Asia si ritiene che abbia proprietà curative.

    Per questo, i contrabbandieri lo trasportano dall’Africa fino in Asia e lo vendono a circa 27mila euro a libbra, un’unità di misura pari a circa 453 grammi.

    A causa dei bracconieri, secondo il World Wildlife Fund (Wwf), si è passati da 2mila esemplari di rinoceronti bianchi del nord nel 1960 a soli cinque lo scorso anno.

    “Con la crescita della domanda di corni di rinoceronte e avorio, abbiamo dovuto affrontare molti tentativi di bracconaggio e anche se riusciamo a gestire la maggior parte di questi, rischiamo spesso la vita in nome del dovere”, ha detto Simor Irungu, una delle guardie cui è stato affidato il rinoceronte Sudan nel corso di un’intervista con la rivista britannica World of Animals.

    La speranza è che Sudan riesca a riprodursi, nonostante non sia più molto giovane. Per salvare la specie dall’estinzione, un gruppo di studiosi dell’Ol Pejeta Conservancy, sta cercando di utilizzare metodi di riproduzione alternativi, compresa la fecondazione in vitro.

    Nello zoo americano di San Diego, nel frattempo, gli studiosi lavorano al sequenziamento del genoma dell’animale per poterne conservare tutte le informazioni genetiche ereditarie. Per questo lavoro sono stati stanziati circa 100mila euro. 

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