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    Per la prima volta i rifugiati possono competere alle Olimpiadi

    Il Comitato olimpico internazionale ha annunciato che anche i rifugiati potranno competere ai giochi olimpici di Rio de Janeiro del 2016

    Di TPI
    Pubblicato il 30 Ott. 2015 alle 03:24 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:40

    Il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach ha annunciato lunedì 26 ottobre che i rifugiati potranno competere alle prossime Olimpiadi di Rio 2016 per la prima volta.

    Finora gli atleti rifugiati non avevano mai potuto partecipare ai Giochi olimpici, non avendo la possibilità di rappresentare la propria nazione di appartenenza.

    L’annuncio di Bach è giunto dopo che le Nazioni Unite hanno adottato una risoluzione per fermare i conflitti e osservare una tregua durante le Olimpiadi di Rio 2016.

    Il presidente Bach ha chiesto ai 193 stati membri delle Nazioni Unite di aiutare il Comitato olimpico internazionale a identificare gli atleti con maggiore talento fra i migranti.

    Il presidente del Comitato olimpico internazionale ha dichiarato che l’obiettivo è duplice: evidenziare la grandezza della crisi dei migranti, ma anche dare una possibilità agli atleti di alto livello che sono dovuti fuggire dal proprio Paese per continuare la carriera sportiva.

    Bach ha sottolineato che ai Giochi olimpici non vi dovrebbe essere alcuna discriminazione e che “tutte le persone sono uguali, indipendentemente da razza, genere, status sociale, contesto culturale, fede o credenza”.

    La risoluzione sulla tregua olimpica è stata presentata da Carlos Nuzman, presidente del comitato organizzativo di Rio, ed è stata approvata con il consenso generale.

    La risoluzione sollecita tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite a mantenere una tregua per un periodo che va da sette giorni prima dell’inizio delle Olimpiadi fino a sette giorni dopo la fine delle Paralimpiadi.

    La tregua olimpica è ispirata a una tradizione dell’antica Grecia, secondo cui l’oracolo di Delfi richiedeva la fine delle ostilità tra le varie città-stato per permettere un viaggio sicuro a tutti, atleti e spettatori, e per creare un clima generale di pace in onore delle olimpiadi dell’era antica.

    L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha reintrodotto questa tradizione nel 1993 e ha adottato diverse risoluzioni in questo senso, sia prima delle Olimpiadi invernali che prima di quelle estive. Ciononostante, diversi Paesi hanno continuato a farsi la guerra.

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