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    Ricordando Ronald Reagan

    Il 5 giugno 2004 moriva Ronald Reagan, il 40esimo Presidente degli Stati Uniti d’America

    Di Alessandro Leuci
    Pubblicato il 5 Giu. 2015 alle 14:54 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:02

    Il 5 giugno del 2004 moriva il 40esimo presidente degli Stati Uniti d’America, Ronald Reagan.

    Prima di entrare in politica, Reagan fu un attore di successo a Hollywood e recitò in circa una cinquantina di film. Abbandonò la carriera cinematografica verso la fine degli anni Cinquanta.

    Inizialmente membro del Partito Democratico, simpatizzante di Franklin Delano Roosevelt e sostenitore di Harry Truman, Reagan cambiò presto le sue idee politiche, affermando, come riportato dal LA Times, “non fui io a lasciare il Partito Democratico, ma il partito a lasciare me”.

    Nel 1966, con il celebre discorso Time for Choosing, raccolse il consenso dei Repubblicani in California, i quali decisero di candidarlo come governatore dello stato federale. Salì in carica il 3 gennaio 1967 e fu rieletto alle elezioni successive.

    Dopo le fallimentari candidature presidenziali del 1968 e del 1976, nel 1981 Reagan divenne presidente degli Stati Uniti e rimase in carica per due mandati. Nel suo discorso d’insediamento, il 20 gennaio 1981, pronunciò la celebre frase: “Nella crisi presente, il governo non è la soluzione al nostro problema; il governo è il problema”.

    Dopo appena 69 giorni dall’inizio del primo mandato, il presidente fu vittima di un attentato a Washington. Un uomo affetto da disturbi psichici sparò e perforò il polmone sinistro di Reagan. Il presidente, portato all’ospedale di Washington per essere operato d’urgenza, scherzò con i medici: “Spero che siate tutti Repubblicani”.

    L’intervento andò bene e dopo meno di due settimane il presidente fu dimesso. È l’unico presidente a essere sopravvissuto a un attentato da arma da fuoco mentre era in carica.

    Reagan fu un accanito promotore della supply side economy, una teoria economica a favore dell’abbassamento delle tasse. E infatti il presidente le ridusse del 25 per cento in quattro anni, causando però una crescita del deficit a causa dell’aumento delle spese, tra cui quelle militari.

    Molti sostengono che Reagan abbia contribuito positivamente a risollevare il morale di un Paese ormai disilluso e pessimista. Probabilmente è proprio per questo motivo che è considerato uno dei presidenti più amati della storia degli Stati Uniti.

    Fu protagonista di importanti negoziati con Michail Gorbaciov per la riduzione degli armamenti nucleari, cercando di superare lo stallo geo-politico con l’Unione Sovietica.

    Alcuni vedevano Reagan come un eroe che è stato capace di sconfiggere un nemico storico degli Stati Uniti. Altri invece, ritenendo il crollo dell’Urss fisiologico, assegnano a Reagan esclusivamente il merito di aver saputo riconoscere i segnali della fine di un impero.

    Successivamente Reagan annunciò di essere malato di Alzheimer e si ritirò a vita privata. Morì il 5 giugno e fu onorato con i funerali di Stato, che durarono fino all’11 giugno.

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