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    Ribelli o criminali?

    Sta facendo il giro del Web il video che mostra membri dell’opposizione siriana compiere brutali omicidi

    Di Gualtiero Sanfilippo
    Pubblicato il 6 Set. 2013 alle 15:38 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:45

    Il regime siriano o i ribelli. A oggi, ancora nessuno riesce ad affermare con convinzione quale delle due fazioni sia quella più onesta. Quella giusta su cui puntare. Abbiamo parlato e scritto tante volte di armi chimiche e abbiamo visto puntare il dito del mondo contro il regime di Bashar al-Assad, ma dal web arriva un altro video brutale, questa volta a firma dei cosiddetti ribelli.

    Nel video, rilasciato pochi giorni fa ma girato nell’aprile del 2012, alcuni ribelli armati sono in piedi dietro a sette soldati lealisti, a torso nudo e terrorizzati. Alcuni di loro, a giudicare dai segni rossi e profondi sulle spalle, sembrano essere stati torturati. Il video riprende il discorso di giuramento del loro comandante: «Per cinquant’anni sono stati i compagni della corruzione – dice – noi giuriamo al signore del trono che faremo vendetta», e dopo aver terminato la frase, il comandante muove lentamente il braccio con la in pugno la pistola verso la parte posteriore della nuca del prigioniero. Poi lo sparo.

    Gli altri ribelli fanno la stessa cosa con i restanti prigionieri. Il comandante ripreso nel video si chiama Abdul Samad Issa, 37 anni, conosciuto da tutti come “Lo Zio”, per via dei suoi due nipoti impegnati in politica come deputati. Lui è la guida di una cellula di 300 uomini. Utilizza i propri soldi per comprare armi e lotta attivamente all’interno delle rivolte.

    Il padre di Issa morì nel 1982, quando si oppose al presidente dell’epoca Hafez al-Assad, il padre dell’attuale presidente Bashar. Secondo Issa, suo padre morì nel corso di un’offensiva del governo sui Fratelli Musulmani durata 27 giorni (il massacro di Hama). Fortemente antigovernativo, “Lo Zio” fu imprigionato due volte, scontando una pena totale di nove mesi e quando due anni fa scoppiò la rivolta contro l’attuale presidente, Issa capì che era il tempo di regolare i conti.

    Il suo gruppo ha preso il nome di “Jund al-Sham”, già utilizzato da tre gruppi terroristici internazionali e da un altro in Siria. La cellula mira allo sterminio degli Alawiti, la minoranza islamica di cui fa parte la famiglia Assad. Secondo Issa gli Alawiti sono la causa della sofferenza del suo Paese.

    Questo video mostra come alcuni ribelli abbiano adottato le stesse tattiche brutali del regime che stanno cercando di abbattere. Un serio problema considerato che molti paesi dell’Occidente e molti politici del mondo sostengono proprio l’opposizione ribelle. Il rischio quindi è che un intervento degli Stati Uniti contro Assad spianerebbe la strada (indirettamente) alla miriade di bande criminali o massimaliste che costituiscono parte dell’opposizione al regime.

    Eppure il segretario di Stato americano John Kerry ha affermato che «non vi è una vera e propria opposizione estremista». Secondo lui, dei 100mila oppositori presenti in Siria, solo il 15 per cento sarebbero estremisti e aggressivi.

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