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    Che cosa succederebbe se il Regno Unito e l’Ue non raggiungessero nessun accordo sulla Brexit?

    Credit: Daniel LEAL-OLIVAS

    Lo scenario estremo che si presenterebbe se Londra e Bruxelles non dovessero trovare nessuna posizione condivisa entro la fine dei negoziati di abbandono

    Di Maurizio Carta
    Pubblicato il 16 Ott. 2017 alle 12:51 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:51

    A seguito del referendum del giugno 2016, il Regno Unito, il 29 marzo 2017, ha inviato la notifica di abbandono all’Unione europea, per cui dopo due anni, come previsto dal Trattato di Lisbona, la procedura dev’essere terminata.

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    Durante questo periodo il Regno Unito e l’Unione europea sono a lavoro per regolamentare l’uscita, cercando degli accordi e regolando gli aspetti burocratici per un ritiro ordinato nell’interesse di ambedue le parti. Esiste la possibilità che questo periodo venga allungato, con il voto unanime dei restanti 27 paesi.

    Non sarebbe certo nell’interesse di nessuno, ma anche nel governo di Sua Maestà è un’opzione che non viene più esclusa. Se non si arrivasse a nessun compromesso, il 29 marzo 2019, il Regno Unito e l’Unione europea sarebbero due entità completamente separate, esattamente 2 anni dopo la sua notifica alla Ue dell’intenzione di abbandono come previsto dall’Articolo 50 del Trattato di Lisbona.

    Cosa significherebbe nel concreto uno scenario del genere? Ecco una serie di aspetti da tenere in considerazione:

    Caos alle dogane

    Il Regno Unito dovrebbe applicare una tariffa doganale con tutti i paesi. Si stima che circa 130mila imprese dovrebbero adempiere ai controlli doganali con interminabili congestioni nel trasporto estero.

    Il Regno Unito dovrebbe inoltre impiegare migliaia di persone addette ai controlli, in virtù del fatto che durante questi ultimi 40 anni è stato pressoché nullo. Controllo dei passaporti negli aeroporti e tempi dilatati.

    Diritti dei cittadini

    I cittadini europei perderebbero i loro diritti esattamente allo scattare della mezzanotte. Ad ogni modo sarebbero soggetti alle regole britanniche sull’immigrazione come lo sono adesso i cittadini extra-comunitari.

    I cittadini britannici in Unione europea sarebbero immediatamente cittadini extra-comunitari e la loro posizione giuridica sarebbe regolata come tale.

    Leggi, regolamenti e agenzie di controllo

    Il Regno Unito non avrebbe più organi di controllo in svariati settori che durante la sua permanenza europea la Ue ha gestito per tutti gli stati membri. Dovrebbe quindi munirsi di nuove agenzie completamente nuove per regolare diversi settori come cibo, farmaci, agricoltura etc.

    Per quanto riguarda le leggi e i regolamenti, tramite l’“Eu Withdrawal Bill” dovrebbe convertire in tempo le migliaia di leggi europee che hanno disciplinato diverse materie sino ad oggi. Circa 12mila leggi e regolamenti su cui l’Europa ha legiferato negli anni al posto degli stati membri. Se la legge non fosse approvata (ci sono centinaia di emendamenti e clausole aggiuntive ad oggi) ci sarebbe un enorme vuoto legislativo senza precedenti.

    Commercio estero

    In assenza di accordo fra Regno Unito e Unione europa, ci si atterrebbe alle regole del WTO (World Trade Organization) applicando le regole e tariffe previste. Teoricamente il Regno Unito potrebbe però già da subito iniziare trattative con paesi esterni alla Ue in maniera completamente libera e senza vincolo alcuno.

    Sarebbero poi presenti i controlli più specifici sulle merci che dilaterebbero in maniera esponenziale i tempi d’imbarco dai porti di partenza. Lo stesso per le merci in arrivo.

    Fondi europei, ricerca e progetti condivisi

    Immediatamente verranno a mancare fondi per la ricerca europea, per lo studio (Erasmus) e tutte le sovvenzioni agricole che riguardano la Pac (Politica agricola comune). Quest’ultima riguarda miliardi di Euro che agricoltori e allevatori non riceverebbero più e di cui il Regno Unito è una delle maggiori beneficiarie e che, quindi, dovrebbe iniziare a pagare da sé.

    Il “Brexit Bill”

    Il prezzo del divorzio comprende la quota di tutti gli impegni e progetti che la Ue ha sostenuto facendo affidamento sulla presenza del Regno Unito. Quota nel bilancio, obbligazioni verso paesi terzi, pensioni del personale Ue etc.

    Il Trattato di Lisbona non prevede il pagamento di nessuna penale di divorzio dalla Ue, quindi il Regno Unito potrebbe anche non pagare.

    Ovviamente l’Unione europea potrebbe appellarsi alla Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite.

    Questo farebbe comunque perdere credibilità al Regno Unito dal punto di vista della sua solvibilità e capacità di onorare gli impegni, quindi con maggiore diffidenza dei mercati a prestargli del denaro se non a tassi notevolmente maggiori per pagare il rischio della sua precedente insolvenza con la Ue.

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