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    Raid israeliani in Siria

    Un nuovo attacco contro un complesso militare siriano aumenta le tensioni tra i due Paesi

    Di Gualtiero Sanfilippo
    Pubblicato il 6 Mag. 2013 alle 12:19 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:47

    Un nuovo attacco missilistico di Israele ha colpito un centro di ricerca militare a nord-ovest di Damasco, 15 chilometri dal confine col Libano. Una fonte diplomatica sotto copertura a Beirut ha dichiarato che l’obiettivo erano i missili Fateh-110 di fabbricazione iraniana, in transito dall’Iran verso Hezbollah.

    Ad annunciare per prima la notizia, è stata la televisione di Stato siriana: “Un nuovo attacco di Israele, un tentativo di risollevare i gruppi terroristici che non riescono a riprendersi dai colpi del nostro valoroso esercito”.

    È il secondo raid in tre giorni, il terzo nel 2013. Anche a gennaio, Israele attaccò analogamente dei convogli impegnati nel trasferimento di armi. Secondo le fonti ufficiali Usa, proprio quell’attacco ebbe come obiettivo dei camion carichi di missili antiaerei Sa-17, ma colpì anche il centro militare di Jamraya, lo stesso dell’ultimo raid. Tel Aviv aveva più volte avvertito che non avrebbe permesso il trasferimento di armi sofisticate dalla Siria a Hezbollah, con base in Libano.

    Israele non conferma né smentisce riguardo l’ultimo attacco e attraverso il suo vice ministro della Difesa, Danny Danon, afferma: “Israele sta proteggendo i suoi interessi e continuerà a farlo”.

    “È una dichiarazione di guerra”, afferma il vice ministro degli Affari Esteri siriano, Faisal Al-Mekdad. “Un’aggressione” per l’Egitto che insieme alla Lega Araba denuncia l’attacco, chiedendo che siano presi provvedimenti adeguati.

    Nel frattempo l’Iran nega che l’attacco fosse contro i suoi missili e dichiara: “Quest’incursione accorcerà la vita di Israele. Condanniamo questo raid e consigliamo ai Paesi della regione di denunciare con decisione questa aggressione. Israele crea instabilità e insicurezza in Medio Oriente, fomentando odio etnico e religioso tra i Paesi islamici”.

    L’Onu invita le parti ad agire con la massima moderazione per evitare un’ulteriore escalation del sanguinoso conflitto siriano. Barack Obama ha affermato che non prevede di inviare truppe americane in Siria. A suo avviso comunque “Israele ha il diritto di proteggersi dal trasferimento di armi a organizzazioni terroristiche come Hezbollah”.

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