Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    22enne segregato in casa, picchiato e torturato dalla fidanzata

    Alex Skeel e Jordan Worth all'inizio della loro relazione. Il braccio lacerato di Alex. Credit: BBC

    Alex Skeel è stato salvato dalla polizia. Era stato rinchiuso in casa dalla compagna e quando gli agenti lo hanno trovato versava in condizioni critiche

    Di Cristiana Mastronicola
    Pubblicato il 19 Feb. 2019 alle 08:45 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:01

    Gli abusi di violenza domestica, sebbene perpetrati soprattutto ai danni delle donne, possono vedere protagonisti anche gli uomini. È quello che è successo a Alex Skeel, un ragazzo di 22 anni di Luton, nel Regno Unito, che per anni è rimasto vittima delle vessazioni e delle violenze di Jordan Worth, la sua fidanzata storica.

    Solo nel 2018, Alex ha potuto tirare un sospiro di sollievo vedendo finalmente condannata la sua ex compagna. Quello che pensava fosse amore, si è rivelato presto un incubo, ma il 22enne non è riuscito a liberarsene facilmente.

    La linea tra amore e possessione è molto labile. E lo sa bene Alex, che negli anni ha subito pressioni psicologiche e violenze fisiche dalla sua fidanzata. Lei lo aveva costretto a non vedere più i suoi amici: non era successo da un momento all’altro, ma Jordan, subdola, nel tempo lo aveva indotto ad allontanarsi dagli amici di una vita e persino dalla sua famiglia. Per due anni al ragazzo è stato vietato di vedere i suoi cari, che ha potuto riabbracciare solo al termine del calvario.

    Ma non solo: il giovane di Luton era praticamente sotto il controllo totale della fidanzata, tanto da uscire di casa solo con il permesso di lei. La violenza fisica era all’ordine del giorno: il ragazzo veniva regolarmente picchiato e subiva vessazioni fisiche pesanti per mano della sua donna.

    Per anni che sono sembrati un’eternità, Alex ha tenuto tutto per sé. Il giovane non ha rivelato a nessuno quello che succedeva tra le quattro mura di casa. Forse per paura, forse perché non riusciva a credere che quella che pensava fosse la donna della sua vita lo trattasse in quel modo. Amore e violenza si fondevano nella stessa persona, ma il 22enne non era in grado di riconoscerlo.

    LEGGI ANCHE: In Irlanda la violenza psicologica contro le donne è diventata un reato

    Quando finalmente ha trovato il coraggio di denunciare, Alex si è trovato di fronte a un muro di diffidenza. Persino gli agenti di polizia cui il ragazzo aveva raccontato per filo e per segno la sua vita fatta di sofferenza a vessazioni non riuscivano a credere fino in fondo a quelle parole.

    “È così raro che una donna commetta simili reati che il fatto non ci è entrato in testa con la stessa rapidità con cui avrebbe dovuto farlo”, hanno riferito gli agenti stessi. Oltre alla violenza psicologica, Alex è stato sottoposto a una violenza fisica non indifferente: alle botte si sommavano le coltellate che la donna in più di un’occasione gli aveva sferrato, ma anche le ustioni con l’acqua bollente.

    Alex è stato anche rinchiuso in casa, senza cibo né acqua. A salvarlo è stata la polizia, che ha fatto irruzione nell’abitazione in cui il ragazzo veniva tenuto rinchiuso constatando le drammatiche condizioni in cui versava. In un video girato dagli agenti di polizia si vede Alex ridotto a uno straccio, sottopeso e malridotto. Su tutto il corpo si vedevano chiaramente i segni della violenza: le escoriazioni, i tagli e le ferite erano nitidissime. erano talmente precarie che per mesi il 22enne è stato sottoposto alla riabilitazione per uscire da una condizione di violenza domestica che lo stava uccidendo.

    Nell’aprile del 2018, Jordan Worth è stata la prima donna del Regno Unito a essere giudicata colpevole di comportamento di controllo o coercitivo nei confronti del compagno ed è stata condannata a sette anni di carcere. Alex ora spera che la sua storia sia di incoraggiamento per altri uomini vittime di violenza domestica da parte delle donne.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version