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    Le ragazze in Kenya si rifugiano a scuola per timore delle mutilazioni genitali

    Alcuni istituti del paese sono rimasti aperti durante le vacanze per consentire alle alunne di non tornare dalla famiglia, dove temono di essere costrette alla pratica

    Di TPI
    Pubblicato il 21 Dic. 2016 alle 13:33 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:49

    Centinaia di ragazze in Kenya hanno deciso di trascorrere le festività natalizie a scuola piuttosto che con le loro famiglie, temendo che i genitori le costringano a sottoporsi alla mutilazione genitale femminile. Alcuni istituti scolastici, che avrebbero dovuto chiudere oltre un mese fa per le vacanze, stanno rimanendo aperti per le ragazze. Altre giovani hanno trovato rifugio in alcune chiese nella regione di Pokot Country, nel nordovest del paese.

    “I genitori ci costringono a sottoporci alla mutilazione genitale perché vogliono la dote”, ha spiegato la 14enne Alice Jebet alla Bbc, sottolineando che la pratica viene supportata nel paese non solo per ragioni culturali, ma anche per motivi economici. “Quando le ragazze vengono mutilate, i loro genitori hanno già organizzato le nozze. Solo dopo presentano alle ragazze l’uomo che dovranno sposare e la sua famiglia in cambio consegna del bestiame come dote”.

    Nella scuola superiore femminile di Saint Catherine, nella zona rurale di Chepnyal, alcune studentesse hanno aderito a una campagna contro la pratica, cantando cori in cui chiedevano ai genitori di interrompere il ricorso alla mutilazione genitale femminile.

    Secondo l’Unicef, ogni anno sono almeno tre milioni le ragazze e le bambine che rischiano di subire una mutilazione genitale in Africa e se non ci sarà una riduzione della pratica, il numero delle ragazze mutilate ogni anno rischia di crescere dai 3,6 milioni del 2013 ai 6,6 milioni entro il 2050.

    — Leggi anche: Il rituale alternativo alle mutilazioni genitali femminili

    In Kenya, nonostante la pratica sia stata messa fuorilegge nel 2011 e siano state introdotte pene molto dure per chi commetta questo atto, la mutilazione genitale femminile è ancora diffusa e spesso non è denunziata alla polizia. Le ragazze corrono un maggior rischio di subire questa pratica durante le vacanze natalizie, che da tradizione sono il periodo utilizzato per i riti d’iniziazione per gli adolescenti.

    Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sono tra 100 e 140 milioni le bambine, ragazze e donne nel mondo che hanno subito una forma di mutilazione genitale. Questa pratica rappresenta una grave violazione dei diritti umani oltre che una manifestazione della disuguaglianza di genere e di discriminazione sociale.

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