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    Quanto rischiamo di morire ogni giorno

    Negli anni Settanta alcuni ricercatori di Stanford inventarono un'unità di misura, il micromort, per attribuire un rischio concreto alle attività della vita

    Di TPI
    Pubblicato il 22 Feb. 2017 alle 18:36 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 01:49

    Ogni persona (o quasi) ha le sue fobie: c’è chi ha paura di prendere l’aereo, chi di nuotare al mare, chi di essere investito e chi anche solo di uscire di casa. Ma qual è il rischio reale che queste attività comportano? È davvero così rischioso volare rispetto, per esempio, ad attraversare la strada?

    Spesso la nostra percezione del rischio legato ad alcune azioni o situazioni è molto falsata rispetto a quello che le statistiche dimostrano essere la loro reale pericolosità, e al contrario l’idea che altri gesti più quotidiani siano “sicuri” è invece poco fondata.

    Per avere un’idea più realistica di questi rischi, negli anni Settanta alcuni ricercatori dell’università di Stanford, California, hanno inventato un’unità di misura chiamata “micromort”, che corrisponde a una possibilità su un milione di morire improvvisamente.

    In base a questa scala, quanto più sarà alto il numero di micromort di un’attività, quanto più sarà effettivamente reale il rischio che questa possa risultare mortale.

    Per esempio, quanto è probabile un attacco fatale di squalo per un australiano? Per avere la risposta sarà necessario dividere la popolazione dell’Australia (circa 24 milioni di persone) per il numero di persone morte a causa di un attacco di squalo ogni anno (in media 3-4 all’anno). Il risultato è di circa una possibilità su otto milioni l’anno, quindi un rischio decisamente basso.

    Naturalmente i dati provenienti da diversi paesi possono fornire stime diverse rispetto al rischio di svolgere determinate attività, ma i dati ufficiali dei vari stati rispetto alle cause di morte dei suoi abitanti possono essere utili a questo scopo.

    Ecco alcuni esempi di attività e del loro grado di pericolosità secondo l’unità di misura dei micromort:

    – Paracadutismo: circa otto-nove micromort per ogni lancio, ovvero circa una possibilità su 100mila di morire

    – Maratona: circa sette micromort per corsa

    – Immersioni subacquee: da circa cinque a dieci micromort per immersione

    – Scalare l’Everest: 40mila micromort per salita

    – Fare base-jumping: 430 a salto

    – Sciare: 0,7 al giorno

    – Anestesia durante un’operazione: 10 micromort

    – Squali: 0,125 micromort

    – Alzarsi dal letto a 18 anni: 1 micromort

    – Alzarsi dal letto a 90 anni: 463 micromort

    – Le attività di seguito sono invece quelle che comportano un micromort di rischio:

    – Guidare un’auto per 400 km

    – Guidare una moto per 10 km

    – Andare in bicicletta per 32 km

    – Fumare 1,4 sigarette

    – Bere mezzo litro di vino

    – Vivere 2 giorni a New York o Boston (inquinamento atmosferico) 

    – Vivere 2 mesi con un fumatore

    – Viaggiare 10mila km in treno

    – Viaggiare in aereo per circa 1600 chilometri

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