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    Scoppiano proteste violente alla convention di Trump in New Mexico

    Il discorso del candidato repubblicano è stato sospeso e la polizia ha disperso la folla lanciando dei fumogeni

    Di TPI
    Pubblicato il 25 Mag. 2016 alle 12:47 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:00

    Alla convention elettorale del candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti Donald Trump ad Albuquerque, in New Mexico sono scoppiate violente proteste. 

    Il New Mexico è lo stato degli Usa con la percentuale più alta di popolazione di origine ispanica. Il magnate newyorchese è molto critico nei confronti dell’immigrazione e vuole costruire un muro al confine con il Messico.

    I manifestanti, che si erano radunati di fronte all’Albuquerque Convention Center con striscioni come “Trump è fascista”, hanno lanciato bottiglie e pietre contro la polizia. Le forze dell’ordine hanno risposto con dei fumogeni e il discorso del candidato repubblicano in pectore è stato sospeso.

    Trump ha attaccato duramente i suoi detrattori con il suo famoso stile diretto. Riferendosi a uno dei manifestanti, ha detto: “quanti anni ha? Porta ancora il pannolino. Torna da mamma”. La governatrice repubblicana del New Mexico Susana Martinez ha criticato Trump, affermando che non lo appoggerà nella sua corsa alla Casa bianca.

    Nonostante ciò, Trump ha costruito la sua fama e conquistato la pancia dell’elettorato repubblicano proprio per le sue posizioni oltranziste. Gli ultimi sondaggi lo danno persino leggermente in vantaggio (43,4 a 43,2) sulla probabile sfidante Hillary Clinton, che però sconta l’effetto Bernie Sanders, ancora in corsa nelle primarie democratiche.

    Donald Trump è invece l’ultimo candidato repubblicano rimasto, avendo sbaragliato la concorrenza di alcuni politici preferiti dall’establishment del partito, fra i quali Marco Rubio e Ted Cruz.

    Trump ha vinto martedì 24 maggio le primarie dello stato di Washington e adesso si dirigerà in California per fare campagna elettorale prima del voto del 7 giugno. Anche nel “Golden state”, dove la presenza della comunità ispanica è molto forte, si temono altre proteste violente.

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