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    Promesse non mantenute

    Una serie di manifestazioni contro il governo scuotono il Perù

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 29 Lug. 2013 alle 15:24 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 12:36

    Dall’inizio di luglio a Lima si sono svolte una serie di manifestazioni contro il presidente Ollanta Humala. Sabato scorso la tensione è salita quando migliaia di persone hanno provato a marciare verso il Palazzo del Congresso e 500 poliziotti in tenuta antisommossa hanno sbarrato loro la strada. Gli scontri sono avvenuti alla vigilia della Festa dell’Indipendenza.

    Le forze dell’ordine hanno lanciato lacrimogeni e utilizzato cannoni ad acqua. Secondo quanto dichiarato dal capo della polizia di Lima, il generale Luis Praeli, durante i disordini sono state arrestate 15 persone.

    La folla di manifestanti era composta da studenti universitari, sindacati, dipendenti governativi e oppositori politici del governo attuale e lamentava le promesse non mantenute del presidente in materia di scuola e lavoro. Alle proteste si è aggiunto lo sciopero nazionale dei medici e del personale ospedaliero.

    “I cittadini, i sindacati, i giovani stanno esprimendo la loro opposizione contro le politiche del governo di Humala, che ha promesso una serie di riforme. Ma in due anni non è riuscito a mantenerle” afferma Javier Torres, un manifestante.

    I dimostranti chiedono, in particolare, il ripensamento di una nuova legge che a loro avviso provocherà un gran numero di licenziamenti, e il ritiro di un disegno di legge che secondo gli studenti potrebbe minare l’autonomia delle università.

    Ieri Humala ha detto che la polizia ha agito per prevenire manifestazioni di violenza, dal momento che la marcia è stata in parte organizzata da membri del Movimento per l’amnistia e per i diritti fondamentali (Movadef), formata da ex membri del gruppo armato di ispirazione maoista “Sendero Luminoso”.

    Lo scoppio delle prime manifestazioni, a inizio luglio, è dovuto alle proposte di legge per riformare la burocrazia è l’università, e alla nomina di dieci funzionari, alcuni dei quali figure controverse, all’interno di tre agenzie governative. Le nomine sono state successivamente revocate a causa dei disordini pubblici, ma al momento l’indice di gradimento di Humala è del 33 per cento, il più basso da quando è subentrato in carica.

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