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    Picchiata a sangue dal fidanzato: il cranio si spappola e le ossa le trafiggono il cervello

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 12 Lug. 2019 alle 08:02 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:47

    Picchiata dal fidanzato – Era la sua fidanzata, e l’ha picchiata fino a fratturarle il cranio e a provocarle danni permanenti al cervello. L’aguzzino, dopo 7 mesi, è stato ora condannato a 27 mesi di carcere.

    La terribile vicenda ha avuto luogo a Chorley (Lancashire), nel Regno Unito. Meghan McPartlin, questo il nome della ragazza di appena 18 anni, stava festeggiando il Capodanno assieme al suo compagno Aaron Worthington, 23 anni.

    A un certo punto è scoppiata una lite tra i due, e Worthington ha scagliato la sua furia contro la fidanzata. Botte, pugni in testa, percosse che hanno provocato alla ragazza ematomi sugli occhi e una emorragia cerebrale.

    Un vicino di casa, sentendo rumori sospetti, ha chiamato la polizia. Meghan è stata trasportata in ospedale dove è stata operata d’urgenza. Le sue condizioni erano talmente gravi che ci sono volute cinque ore di intervento per rimuoverle dal cervello pezzi di cranio, sostituito con una lastra di metallo.

    La 18enne, a distanza di sette mesi, vive con queste viti conficcate nella testa e soffre conseguenze molto gravi: ha vuoti di memoria, alterazioni significative dell’olfatto e del gusto.

    Ad appesantire la situazione anche la sentenza di condanna per il 23enne, giudicata troppo lieve sia da Meghan sia dalla sua famiglia. Una pena di 27 mesi di carcere sembra infatti decisamente troppo tenue rispetto all’atroce violenza commessa da Aaron Worthington.

    Quest’ultimo, tra l’altro, tra sconti di pena e permessi, potrebbe rimettere il naso fuori dal carcere in poco più di un anno. Una prospettiva che, ovviamente, spaventa a morte Meghan, che teme di poter subire nuove violenze.

    La relazione tra i due ragazzi era durata due anni. Le violenze di lui erano iniziate dopo alcune mesi, ma Meghan ha raccontato che era diventata “psicologicamente succube” del compagno e che non trovava la forza per liberarsene.

    Poi, dopo due anni di relazione, la violenza più atroce.

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