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    Dodici persone sono morte durante le proteste in Venezuela

    Nella notte del 21 aprile 8 di loro sono morti fulminati mentre saccheggiavano un negozio, altri due sono stati uccisi da colpi d'arma da fuoco

    Di TPI
    Pubblicato il 21 Apr. 2017 alle 18:40 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:29

    Un uomo è stato ucciso con colpi d’arma da fuoco durante le proteste contro il presidente Nicolas Maduro a Caracas, la capitale del Venezuela, nella notte del 21 aprile. 

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    Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa nella notte sarebbero morte dodici persone. Otto di loro sarebbero morte fulminate mentre cercavano di saccheggiare un forno nella città di Caracas. Altri due, invece, sono stati uccisi da spari di arma da fuoco. Non ci sono, però, ulteriori dettagli sulla morte degli altri due. 

    Durante la notte del 21 aprile circa 20 negozi sono stati saccheggiati. 

    La nona vittima confermata dall’inizio delle proteste è Melvin Guaitan, ucciso a Sucre, nell’hinterland di Caracas. La notizia è stata data su Twitter dal sindaco della località, Carlos Ocariz. Si tratta della quarta vittima negli ultimi tre giorni. 

    “Chiediamo che i responsabili di quanto accaduto vengano puniti”, ha scritto Ocariz. Il sindaco ha detto che la nuova vittima si chiamava Melvin Guaitan, definito “un semplice lavoratore” che è stato “ucciso durante una protesta all’ingresso del Barrio 5 de julio”, un quartiere popolare del nord della capitale venezuelana. 

    “Questa opposizione fallita e ferita sta provando a generare caos nelle aree chiave della città per convincere il mondo che stiamo vivendo una guerra civile, la stessa strategia usata per la Siria, la Libia e l’Iraq”, ha affermato Freddy Bernal, esponente del partito Socialista. Il governo continua a resistere e invocare la fine delle proteste.

    Le manifestazioni sono iniziate dopo la decisione della Corte Suprema, avvenuta il 30 marzo, con la quale la stessa corte aveva assunto momentaneamente i poteri del parlamento, di sostanza esautorandolo. 

    Dopo la manifestazione dell’opposizione del 20 aprile a Caracas, bloccata dalle forze dell’ordine che hanno impedito il passo dei cortei, nella notte si sono registrati scontri violenti fra militanti oppositori, unità della Guardia Nazionale e gruppi armati pro governativi, i cosiddetti colectivos. Nella zona di El Valle (sud di Caracas), dove i residenti hanno denunciato saccheggi e scontri violenti con spari di arma da fuoco, 54 bambini sono stati evacuati dall’Ospedale Materno Infantile Hugo Chavez durante la notte.

    La ministra degli Esteri venezuelana, Delcy Rodriguez, ha denunciato su Twitter che “bande armate finanziate dall’opposizione hanno attaccato l’ospedale infantile di El Valle”, ma decine di testimonianze sullo stesso social network indicano che i bambini sono stati evacuati dopo essere stati intossicati dai gas lacrimogeni sparati dalla Guardia Nazionale.

    Almeno cinque persone sono rimaste ferite nel corso di saccheggi avvenuti durante la notte in una strada commerciale a El Valle, dove i vicini hanno denunciato che le unità antisommossa che si trovavano a meno di 300 metri non sono intervenute per fermare i responsabili dell’assalto contro negozi locali.

    L’opposizione venezuelana ha annunciato nuove mobilitazioni contro il governo di Nicolas Maduro, convocando una “marcia del silenzio” per il 22 aprile in omaggio alle vittime della repressione e un blocco delle principali autostrade del paese per lunedì 24 aprile.

    Il vicepresidente del parlamento di Caracas, Freddy Guevara, ha chiesto agli oppositori di “sfilare in silenzio e vestiti di bianco verso le sedi della conferenza episcopale a Caracas e in tutto il paese” per rendere omaggio alle persone uccise durante le manifestazioni.

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