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    Perché Trump ha licenziato il direttore dell’Fbi James Comey

    Il capo dell'agenzia Usa è l'uomo che ha probabilmente aiutato il presidente a vincere le elezioni, ma anche colui che sta indagando sui legami tra Trump e la Russia

    Di TPI
    Pubblicato il 10 Mag. 2017 alle 10:14 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 01:12

    La decisione di Donald Trump di licenziare il direttore dell’Fbi è al tempo stesso inattesa e molto controversa. James Comey è infatti l’uomo che ha annunciato l’indagine sulle mail di Hillary Clinton a pochi giorni dalle elezioni di novembre 2016, influendo probabilmente nell’elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

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    Il capo dell’Fbi, però, è anche l’uomo che sta indagando sul Russiagate, cioè sul presunto legame tra portavoce e funzionari dell’amministrazione Trump e il governo russo. Una questione che potenzialmente potrebbe portare all’impeachment di Trump.

    Questo elemento richiama alla mente una vicenda avvenuta durante lo scandalo Watergate, scoppiato negli Stati Uniti nel 1972, dopo la scoperta di alcune intercettazioni illegali effettuate nel quartier generale del comitato nazionale democratico, ad opera di persone legate ai repubblicani.

    Nella sua prima pagina del 10 maggio 2017, il quotidiano statunitense The New York Times richiama esplicitamente il cosidetto “massacro del sabato sera”, quando il presidente Richard Nixon ha disposto il licenziamento del procuratore speciale Archibald Cox. Quel licenziamento ha portato alle dimissioni del procuratore generale Elliot Richardson e del viceprocuratore generale William Ruckelshaus il 20 ottobre del 1973.

    Nella lettera della Casa Bianca trasmessa a Comey si sottolinea la necessità di trovare un leader che possa “ricostruire la fiducia pubblica” nell’agenzia di sicurezza.

    “Sebbene abbia molto apprezzato il fatto che tu mi abbia informato, in tre diverse occasioni, di non essere sotto inchiesta, concordo tuttavia con il giudizio del dipartimento di Giustizia nel ritenere che tu non sia in grado di guidare in modo efficace il Bureau”, ha scritto Trump nella lettera.

    La Casa Bianca ha fatto sapere che l’uscita di scena di Comey è stata caldeggiata dal procuratore generale Jeff Session e dal suo vice Rod J. Rosenstein.

    Comey, 56 anni, era stato nominato nel 2013 dall’ex presidente Barack Obama e il suo mandato scadeva nel 2023. È stato licenziato con effetto immediato e, secondo le normali procedure dell’agenzia, ad assumere la guida ad interim dovrebbe essere il suo vice, Andrew G. McCabe.

    L’annuncio del licenziamento ha scatenato proteste bipartisan. Democratici e repubblicani hanno chiesto la nomina di un procuratore indipendente per tutelare le indagini sul Russiagate. 

    L’Fbi è il più importante organo della polizia federale americana e sta conducendo indagini sui rapporti fra il comitato elettorale di Donald Trump e la Russia, oltre che sull’ingerenza della Russia nelle ultime elezioni presidenziali.

    La nomina del direttore dell’Fbi non è di natura politica e il suo mandato dura dieci anni. Anche se per consuetudine un direttore dell’Fbi si dice pronto a dimettersi quando si insedia un nuovo presidente, dopo il suo insediamento Trump aveva confermato Comey e per questo la sua retromarcia è stata inattesa. 

    Qui sotto il testo della lettera di licenziamento inviata a Comey il 9 maggio 2017:

    — Leggi anche: Hillary Clinton spiega perché ha perso le elezioni

    — Leggi anche: Per l’Fbi la Russia interferirà in altre elezioni statunitensi

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