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    Perché i palestinesi condividono video in cui bevono acqua salata

    Il Salt Water Challenge è una sfida lanciata in sostegno dei detenuti palestinesi in Israele che hanno iniziato uno sciopero della fame

    Di TPI
    Pubblicato il 28 Apr. 2017 alle 11:10 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 09:01

    Si chiama Salt Water Challenge ed è una iniziativa lanciata dai palestinesi in tutto il mondo per attirare l’attenzione sulle condizioni dei prigionieri palestinesi nelle prigioni israeliane.

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    Con questa sfida, i palestinesi hanno condiviso video sui social media in cui bevono acqua salata per esprimere la loro solidarietà ai carcerati che stanno portando avanti uno sciopero della fame.

    Nel video, i sostenitori di questa campagna online esprimono prima il loro sostegno a chi si trova detenuto nelle carceri israeliane e poi mescola un po’ di sale in un bicchiere d’acqua per poi berlo. Alla fine del filmato, proprio come accadeva con l’Ice Bucket Challenge nel 2014, lanciano una sfida ai loro amici per imitarli.

    La scelta dell’acqua salata non è casuale: i detenuti che stanno portando avanti lo sciopero della fame bevono proprio acqua salata per stabilizzare le loro condizioni di salute vista la mancanza di cibo.

    Più di mille prigionieri palestinesi in otto carceri israeliane hanno lanciato uno sciopero della fame per “la libertà e la dignità” il 17 aprile, chiedendo migliori condizioni e la possibilità di ricevere cure mediche. Lo sciopero è coordinato da Marwan Barghouti, leader di Fatah.

    Probabilmente la sfida è stata lanciata dal figlio di Barghouti, Aarab Marwan Barghouti, che mercoledì 26 aprile ha postato un video in cui beve acqua salata.

    “Mio padre, insieme ad altri 1700 prigionieri politici, ha iniziato uno sciopero della fame chiedendo diritti umani e condizioni umane nelle prigioni”, dice nel video.

    La sfida è stata accettata anche da Mohammed Assaf, vincitore di Arab Idol, conosciuto non solo come cantante ma anche per essere stato nominato ambasciatore di pace dall’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.

    “Sfido tutti, tutte le persone giuste, ovunque siano, a prendere parte a questa sfida in solidarietà con i nostri eroici detenuti finché non avranno guadagnato la loro libertà”, dice Assaf nel video.

    In tanti hanno aderito al Salt Water Challenge in tutto il mondo: molti dei filmati sono in arabo, ma altri sono in lingua inglese e francese.

    Le autorità israeliane hanno fatto sapere che non accontenteranno i prigionieri e non andranno incontro alle loro richieste. 

    Assaf Librati, portavoce del servizio di prigionia israeliano, ha sottolineato che non vogliono negoziare con i detenuti.

    Nelle carceri israeliane sono presenti circa 6500 palestinesi, secondo quanto riferito dal gruppo per i diritti umani B’Tselem. Secondo le autorità israeliane queste persone sono detenute perché ritenuti criminali e terroristi, ma per i palestinesi sono prigionieri politici.

    Alla sfida dell’acqua salata partecipano anche molte donne. “Acqua + Sale = Dignità”, scrive una ragazza su Facebook, postando il video. 

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