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    Perché l’Isis ha abbattuto la moschea di Mosul dove aveva proclamato il califfato?

    La moschea di al-Nuri è stata demolita probabilmente per motivi strategici, nonostante sia un luogo importante per il culto islamico e per la storia del gruppo terroristico

    Di TPI
    Pubblicato il 22 Giu. 2017 alle 14:07 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:55

    Il 5 luglio 2014 il leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi ha annunciato la nascita del califfato nei territori controllati dal sedicente Stato Islamico dalla moschea di al-Nuri a Mosul, città dell’Iraq settentrionale all’epoca appena occupata dal gruppo terroristico.

    Il 21 giugno 2017, a tre anni di distanza, è stata diffusa la notizia che la stessa moschea è stata distrutta dagli stessi membri dell’Isis, in una Mosul quasi completamente riconquistata dai militari iracheni.

    Il governo iracheno ha diffuso alcune immagini che mostrano come il minareto pendente, l’elemento più caratteristico di tale moschea, sia stato abbattuto con un’esplosione alla sua base, smentendo la versione dell’Isis che tramite la sua agenzia Amaq aveva dichiarato che la moschea fosse stata distrutta da un raid statunitense.

    Inoltre gli Stati Uniti hanno negato di aver compiuto bombardamenti in quell’area, ossia la città vecchia di Mosul, l’unica area della città rimasta attualmente in mano ai miliziani dell’Isis.

    LEGGI ANCHE: L’Isis spiegato

    Come mai allora i miliziani del sedicente Stato Islamico hanno distrutto un importante luogo di culto islamico – una delle più famose moschee dell’Iraq – e così importante per la storia del gruppo terroristico?

    Haider al-Abadi, primo ministro iracheno, ha reagito alla distruzione definendola “un’ammissione di sconfitta” da parte del sedicente Stato Islamico.

    Hisham al-Hashimi, autore di testi sull’estremismo islamico ed ex consigliere del governo iracheno, sostiene che questo sarebbe avvenuto per evitare che i militari iracheni potessero festeggiare la propria vittoria nello stesso luogo in cui l’Isis ha proclamato il califfato.

    Questa ipotesi è stata sostenuta anche dalla giornalista del New York Times Rukmini Callimachi, secondo cui la riconquista da parte degli iracheni di questo luogo avrebbe avuto un significato talmente importante per la propaganda anti-Isis che i miliziani hanno deciso di arrivare a distruggerla per evitare questa possibilità.

    La moschea di al-Nuri è stata costruita nel Dodicesimo secolo da Noureddine al-Zanki, che amministrava le province di Mosul e Aleppo al tempo del califfato degli Abbasidi. Si trattava di una delle più importanti moschee del Medio Oriente, ed era caratterizzata dal suo minareto pendente.

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