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    Deputato russo morto dopo una caduta dalla finestra in India: aveva criticato Putin per la guerra in Ucraina

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 27 Dic. 2022 alle 17:28

    Lo scorso giugno, parlando della guerra in Ucraina, aveva usato il termine “terrore” per descriverla: il deputato e filantropo russo Pavel Antov è stato trovato morto lo scorso 25 dicembre in un hotel in India, dove si trovava in vacanza nella regione di Rayagada, nell’Odisha, per festeggiare il suo 65esimo compleanno.

    Secondo la polizia locale, sarebbe caduto dalla finestra della sua camera, al terzo piano. A confermare la notizia la dichiarazione su Telegram di Vyacheslav Kartukhin, vicepresidente del parlamento regionale: “Il nostro collega Pavel Antov è deceduto. A nome dei deputati della fazione Russia Unita, esprimo le mie più sentite condoglianze a parenti e amici”, le parole riportate dall’agenzia di stampa russa Tass.

    La morte sospetta arriva a due giorni di distanza da un altro decesso, avvenuto sempre nello stesso hotel: il collega di partito Vladimir Budanov, 61 anni, aveva avuto un attacco cardiaco il 22 dicembre.

    Entrambi facevano parte di un gruppo di 4 turisti giunti in India per le vacanze. Dopo la morte di Budanov, Antov è stato descritto come “profondamente turbato” da chi gli stava intorno. Non si esclude che si sia suicidato lanciandosi dalla finestra. I media indiani hanno affermato che anche il console generale russo Alexei Idamkin è caduto durante l’incidente.

    Vivekananda Sharma, sovrintendente di polizia, ha fatto sapere che è in corso un’indagine per stabilire se si sia trattato di un gesto deliberato o se sotto ci sia dell’altro. Sharma ha aggiunto detto che Antov era depresso a causa della morte del collega, suffragando l’ipotesi suicidio.

    Anche il proprietario dell’hotel ha detto che il deputato era “mentalmente disturbato” dopo il funerale. Nel 2018, Antov ha raggiunto la vetta della classifica Forbes dei 100 dipendenti pubblici più ricchi della Russia. Il suo reddito nel 2018 ammontava a circa 9,97 miliardi di rubli. Dopo l’uscita pubblica sulla guerra, era stato chiamato a mostrare fedeltà a Vladimir Putin e a scusarsi per quanto detto: addusse come scusa un generico “errore tecnico” per le parole critiche scritte contro l’invasione dell’Ucraina.

     

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