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    L’emozionante esibizione di Patti Smith per celebrare il Nobel a Bob Dylan

    La cantautrice statunitense ha emozionato il pubblico di Stoccolma con uno dei primi brani scritti da Bob Dylan, nonostante un errore dovuto all'emozione

    Di TPI
    Pubblicato il 11 Dic. 2016 alle 13:39 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:23

    Com’era noto già da tempo, il premio Nobel per la
    letteratura 2016 Bob Dylan non ha presenziato alla cerimonia ufficiale di
    premiazione che si è tenuta ieri, 10 dicembre, presso la Sala Concerti di
    Stoccolma alla presenza dei regnanti di Svezia.

    Il cantautore statunitense, la cui opera è stata ritenuta
    meritevole del più alto riconoscimento in campo letterario a ottobre scorso, ha
    inviato un messaggio di ringraziamento letto dall’ambasciatrice USA in Svezia.

    Non è stato però l’unico momento della serata dedicato alla
    sua figura: durante la cerimonia c’è stato infatti anche spazio per una performance
    musicale di Patti Smith, poetessa e icona del rock, nonché amica di lunga data
    di Dylan, che ha eseguito un brano del premiato.

    In particolare, la scelta è caduta su A Hard Rain’s a-Gonna Fall, una canzone contenuta sul secondo album
    di Dylan, uscito nel 1963 e intitolato The
    Freewheelin’ Bob Dylan
    , contenente anche altri grandi classici come Blowin’ in the Wind e Don’t Think Twice, It’s Alright.

    A metà della canzone, la Smith ha ripetuto un verso già
    cantato, un errore dovuto all’emozione che l’ha spinta a interrompere brevemente l’esecuzione scusandosi
    con i presenti: “Mi dispiace. Mi scuso, sono così nervosa!”.

    Qui l’interpretazione di Patti Smith durante la cerimonia (l’articolo prosegue in basso):

    Questo il testo del brano, una visione apocalittica che si rifà nello stile delle strofe ad antiche ballate folk britanniche aggiornandole ai presagi di quell’epoca di guerra fredda e rischio nucleare incombente:

    Una forte pioggia sta per cadere 

    Oh, dove sei stato, figlio mio dagli occhi azzurri?

    Oh, dove sei stato, mio caro giovane?

    Ho inciampato sui versanti di dodici monti nebbiosi

    Ho camminato e strisciato su sei autostrade tutte curve

    Mi sono inoltrato nel mezzo di sette tristi foreste

    Sono stato di fronte a una dozzina di oceani morti

    Sono entrato per diecimila miglia nella bocca di un cimitero

    Ed è una forte, forte, forte pioggia quella che sta per cadere

     

    Oh, che cosa hai visto, figlio mio dagli occhi azzurri?

    Oh, che cosa hai visto, mio caro giovane?

    Ho visto un bimbo neonato circondato da lupi selvaggi

    Ho visto una deserta strada di diamanti

    Ho visto un ramo nero che continuava a grondare sangue

    Ho visto una stanza piena di uomini con i loro martelli sanguinanti

    Ho visto una scala bianca coperta dall’acqua

    Ho visto diecimila conversatori con la lingua spezzata

    Ho visto pistole e spade acuminate nelle mani di bambini

    Ed è una forte, forte, forte pioggia quella che sta per cadere

     

    E che cosa hai udito, figlio mio dagli occhi azzurri?

    E che cosa hai udito, mio caro giovane?

    Ho udito il suono di un tuono, gridava di mettersi in guardia

    Ho udito il rombo di un’onda che poteva affogare il mondo intero

    Ho udito cento tamburini con le mani in fiamme

    Ho udito diecimila mormorii e nessuno ad ascoltarli

    Ho udito una persona che moriva di fame, ho udito molta gente ridere

    Ho udito la canzone di un poeta che moriva in una fogna

    Ho udito il suono di un pagliaccio che piangeva nel vicolo

    Ed è una forte, forte, forte pioggia quella che sta per cadere

     

    Oh, e chi hai incontrato, figlio mio dagli occhi azzurri?

    Chi hai incontrato, mio caro giovane?

    Ho incontrato un bambino accanto a un pony morto

    Ho incontrato un uomo bianco che portava a spasso un cane nero

    Ho incontrato una giovane donna con il corpo che bruciava

    Ho incontrato una giovane ragazza che mi ha dato un arcobaleno

    Ho incontrato un uomo ferito dall’amore

    Ho incontrato un altro uomo ferito con l’odio

    Ed è una forte, forte, forte pioggia quella che sta per cadere

     

    Oh, che farai adesso, figlio mio dagli occhi azzurri?

    Oh, che farai adesso, mio caro giovane?

    Tornerò fuori prima che inizi a cadere la pioggia

    Giungerò alle profondità della più profonda foresta nera

    Dove le persone sono tante e le loro mani sono vuote

    Dove le pillole di veleno gonfiano le acque

    Dove la casa nella valle incontra la sporca umida prigione

    Dove il volto dell’esecutore è sempre ben nascosto

    Dove la fame è brutta, dove le anime sono dimenticate

    Dove il nero è il colore, dove niente è il numero

    E lo racconterò e lo penserò e lo dirò e lo respirerò

    E lo rifletterò dal monte cosicché tutte le anime potranno vederlo

    Poi starò in piedi sull’oceano finché non colerò a picco

    Ma conoscerò bene la mia canzone prima di iniziare a cantare

    Ed è una forte, forte, forte pioggia quella che sta per cadere

    La “sacerdotessa del rock”, già interprete di Because the Night, Gloria e People Have the
    Power
    , aveva scritto un post su Facebook qualche giorno fa per annunciare
    la sua performance:

    “A settembre, quando ero all’inaugurazione della mia mostra
    fotografica presso la Casa della Cultura di Stoccolma, sono stata contattata da
    un membro del Comitato per il Nobel, che mi ha chiesto di cantare alla
    cerimonia.

    Allora i vincitori non erano ancora stati annunciati, e io avevo
    in programma di eseguire una delle mie canzoni con l’orchestra. Ma dopo che il
    nome di Bob Dylan è stato annunciato come vincitore, mi è sembrato opportuno mettere
    da parte la mia canzone e scegliere uno dei suoi brani.

    Ho scelto A Hard Rain
    perché è una delle sue canzoni più belle. Al suo interno c’è la sua padronanza rimbaudiana
    della lingua insieme a una profonda comprensione delle cause della sofferenza e in
    ultima analisi della resilienza umana.

    Seguo Bob da quando ero un’adolescente, mezzo secolo per
    essere esatti. La sua influenza è stata grandissima e ho un grande debito nei
    suoi confronti per questo.

    Non avevo previsto di cantare una canzone di Bob Dylan il 10
    dicembre, ma sono molto orgogliosa di farlo e affronterò  il compito con un senso di gratitudine per il
    fatto di averlo come nostro lontano, ma presente, pastore culturale”.

    * traduzione dall’inglese di Guglielmo Latini

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