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    Passeggiare da sola al Cairo

    Un filmato denuncia le molestie sessuali in Egitto, che colpiscono il 99,3 per cento delle donne

    Di Matteo Colombo
    Pubblicato il 5 Set. 2014 alle 13:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:19

    Cosa significa per una ragazza camminare da sola in una strada del centro del Cairo?

    La documentarista belga Tinne Van Loon ha chiesto a una sua amica egiziana di attraversare il ponte che unisce piazza Tahrir a Zamalek con una telecamera nascosta.

    Questo è il risultato.

    GUARDA IL VIDEO

    Come spiega l’autrice del video sul sito “Egyptian Streets”, l’obiettivo è quello di catturare “il persistente senso di ansia che le ragazze provano nel camminare da sole per strada” e sottolineare come “la prima forma di molestia sessuale per molte egiziane è rappresentata dagli sguardi dei ragazzi”.

    Gli uomini non si limitano solo alle occhiate, come testimonia una ricerca del 2013 delle Nazioni Unite, secondo cui il 96,5 per cento di egiziane sono state toccate nelle parti intime mentre camminavano per strada. Lo stesso studio sostiene che il 99,3 per cento ha subito una qualche forma di molestia sessuale.

    Per combattere questo problema, il parlamento ha approvato recentemente una nuova legge che punisce con 5 anni di prigione o una multa da 50mila sterline egiziane (5.150 euro circa) i colpevoli di violenza sessuale. Una decisione che dovrebbe limitare il fenomeno, come testimoniano i primi arresti per questo tipo di reato dopo decenni di indifferenza da parte delle autorità.

    La battaglia contro gli episodi di violenza sessuale era stata già portata avanti da un gruppo di ragazze egiziane, le quali avevano creato un sito per denunciare questo genere di crimine. Sfruttando le testimonianze di chi ha subito molestie al Cairo o nella altre città dell’Egitto, hanno prodotto una mappa che mette in evidenza i luoghi più pericolosi per le donne.

    Basta guardare la cartina per capire quanto sia diffuso il fenomeno in Egitto e leggere le testimonianze delle ragazze per comprendere l’indifferenza della polizia nei confronti di questi crimini. Anche per questa ragione ci sono sempre più egiziani che si impegnano a combattere gli episodi di molestie sessuali, come Essam Bashary, un giovane che ha legato un uomo a un albero per impedirgli di continuare a importunare una ragazza, diventando molto popolare sui social network.

    Diversi egiziani temono che non sia sufficiente una stretta giudiziaria per risolvere il problema, ma che serva invece un profondo cambiamento culturale. Nei quartieri poveri del Cairo vivono molti nuovi cittadini che sono appena arrivati, dopo diversi anni nelle campagne, spesso poco abituati a vedere ragazze che camminano in strada da sole. Il fenomeno è tuttavia diffuso in tutte le classi sociali egiziane, come testimonia la frequenza delle molestie in diverse zone del Paese.

    Il presidente egiziano Al-Sisi, poco dopo essere stato eletto lo scorso giugno, è andato in ospedale per trovare una delle ragazze che sono state vittime della violenza a piazza Tahrir. Il problema è ormai al centro del dibattito in Egitto e nei mesi scorsi diverse donne hanno deciso di vestirsi di nero per protestare contro le molestie sessuali e chiedere di poter scendere in strada senza paura.

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